National Bibliography Number (NBN): è questo lo standard open source scelto dal ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per la soluzione italiana al problema della reperibilità e la tutela delle originalità dei contenuti disponibili in rete.
L’obiettivo è quello di associare alle risorse digitali un’identificazione univoca e definitiva. A realizzarlo, in via sperimentale, sarà il lavoro svolto congiuntamente dal ministero e dal Cnr. Attraverso un software verrà associato un codice a ciascun libro, articolo, file multimediale, news e ogni altro contenuto digitale diffuso su Internet.
L’accordo, firmato da Maurizio Fallace, Direttore Generale del MiBAC e da Roberto de Mattei, vice Presidente del Cnr, consentirà agli utenti della rete una maggiore e migliore reperibilità dei documenti di interesse da un lato e dall’altro garantirà un’adeguata tutela dei contenuti rispetto a possibili violazioni dell’originalità e del diritto d’autore.
«Il ministero sostiene con forza una soluzione che può davvero essere rivoluzionaria per la Rete. Naturalmente, questo sistema sarà tanto più efficace e operativo quanto più le istituzioni che potranno coordinare e gestire le assegnazioni dei codici si dimostreranno collaborative», ha dichiarato Fallace.
«Con questo accordo l’Italia si inserisce in un percorso sul quale si stanno avviando le pubbliche amministrazioni di tutto il mondo, come conferma il Federal Registrer 2.0 lanciato dall’Amministrazione Obama», ha quindi concluso il Direttore Generale.
«Le comunità di utenti che già usano gli identificatori persistenti adottano standard differenti; – ha precisato Maurizio Lancia, dirigente dei sistemi informativi del Cnr – la soluzione italiana, basata sullo standard aperto National Bibliography Number (NBN), presenta un’innovativa architettura gerarchica, distribuita su più livelli di responsabilità, che consente l’accesso immediato all’oggetto identificato e ai relativi “metadati” descrittivi».