E? stata approvata, in commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, la risoluzione sottoscritta da Paolo Gentiloni del Pd, Luca Barbareschi della Pdl e dagli esponenti di tutti i gruppi parlamentari con la quale si chiede al Governo di sbloccare nella prossima seduta del Cipe i fondi congelati per lo sviluppo della banda larga.
«L?approvazione della risoluzione bipartisan e delle altre due presentate dalla Lega e dal Pdl, conferma la volontà delle forze politiche di creare le condizioni per una spinta allo sviluppo delle reti di nuova generazione», ha affermato il capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta.
Da notare che l?estensione della banda larga sul territorio nazionale non porta benefici solo in termini di innovazione, ma si ripercuote sull?occupazione; infatti, il passaggio dalla rete in rame a quella in fibra coinvolgerà, in base alle prime stime, oltre 4mila ingegneri, più di 11mila tra tecnici e assistenti, circa 13mila operai qualificati o specializzati, 15mila operai comuni e 6mila impiegati.
Anche il Pil, stando sempre alle stime, dovrebbe ottenere un vantaggio positivo attorno a 0,2 punti percentuali. Inoltre la banda larga consentirà un aumento di produttività e di competitività legato proprio alla capacità di gestire più rapidamente informazioni; così come alle famiglie agevola il dialogo, spesso complicato, con la pubblica amministrazione.
A chiedere lo sblocco dei fondi c’è comunque l’intera industria delle tlc. All’appello di Gabriele Galateri, presidente di Telecom e delegato Confindustria per la banda larga, si aggiunge quello di Stefano Pileri, presidente di Confindustria servizi innovativi e tecnologici.
La lista continua con Confcommercio e Unioncamere, i costruttori di impianti e sistemi digitali (Anie, Assistal), gli investitori pubblicitari che sperano decolli l’advertising online (Iab, Upa, Assorel, Fcp, Assointernet), i comunicatori, le imprese di servizi e contenuti multimediali (Assocomunicazione, Aesvi, Fedoweb), le associazioni dei consumatori costretti a navigare mestamente in banda stretta.