Quasi 750 milioni di euro sborsati da 13 milioni di italiani che, nell?ultimo anno, hanno acquistato almeno un “mobile content?, ovvero un contenuto a pagamento comprato tramite telefono cellulare. Sono queste le cifre del mercato dei “loghi e suonerie? (ma ormai si stanno aggiungendo servizi su servizi), che continua a crescere nonostante la crisi.
A fornire i dati è stato l?osservatorio Content & Internet del Politecnico di Milano in collaborazione con l?Ict Institute: l?analisi ha evidenziato un elevato livello di conoscenza dei contenuti nel campione esaminato. In pratica, questa volta, non si tratta dell?effetto di una pubblicità ingannevole dove l?utente non sa cosa sta acquistando, poiché ben il 94% degli interpellati dichiara di conoscere almeno una tipologia di questi servizi offerti e, per alcuni di essi come suonerie, giochi, informazioni via sms, televoto, la quota è abbondantemente superiore all?80%.
Nonostante l’Antitrust non faccia altro che comminare sanzioni (l’ultima per un totale di 2,2 milioni di euro a Telecom Italia, Vodafone, Wind, Dada, Zed, H3G e Zeng) contestando a tali operatori telefonici la scarsa trasparenza sulle informazioni e la violazione delle direttive europee sui servizi, ad oggi è quasi impossibile non imbattersi, sulle reti televisive ed i giornali più diffusi, nella pubblicità di contenuti “gratuiti” per i cellulari.
Nella maggior parte dei casi il contenuto è effettivamente “gratuito”, ma la telefonata costa e, soprattutto, costa l’abbonamento al servizio che continuerà a “regalarci” loghi, suoneri e sfondi alla modica cifra di cinque euro a settimana (senza diritto di recesso).
Stando sempre ai dati del Politecnico, la vendita di contenuti per i cellulari varrebbe quasi quanto l’intero mercato pubblicitario su Internet. «È un fenomeno che si sta allargando a macchia d’olio – spiegano dall’Antitrust – in soli due mesi il numero totale delle suonerie inviate agli utenti ha raggiunto il milione e 700mila, per un numero di abbonati pari circa a 317mila unità».