Ad arginare i costi degli sms, ci aveva già pensato, non molto tempo fa, Viviane Reding, Commissario europeo per la società dei media e dell’innovazione, fissando un tetto di 13,2 centesimi (iva compresa) per le tariffe degli sms tra paesi dell’Ue.
Per quanto riguarda i valori massimi della spesa per gli sms a livello nazionale, l?Autorità garante delle Comunicazioni è in procinto di introdurre una soglia oltre la quale nessun gestore possa vendere il proprio servizio di messaggistica breve.
Il prossimo consiglio dell’Agcom è fissato per il 12 novembre e presumibilmente sarà quella la data in cui verrà ufficializzata la decisione. Si passerà pertanto da una media di 15 centesimi iva inclusa per ogni sms inviato ad un costo che si avvicina molto a quello intra-Ue.
In Europa, stando sempre alle statistiche dell’AGcom, solo Lituania, Austria, Olanda, Germania e Portogallo, fanno pagare di più per gli sms rispetto all’Italia. Anche il confronto con i paesi nordamericani rivela una maggiore convenienza all’estero, piuttosto che nel nostro stato.
L?idea del tetto anche per gli sms nazionali, come era facile aspettarsi, non piace troppo agli operatori del settore, poiché, sostengono i rappresentanti di parte, avrebbe effetti frenanti sulle dinamiche competitive del mercato, costringendo gli operatori a recuperare le perdite aumentando il livello generale delle offerte o riducendo gli investimenti.
L?Asstel, l?associazione che raccoglie le compagnie di telefonia, sottolinea anche che «il ricavo medio unitario degli Sms in Italia presenta, nell?ultimo anno, un trend dei prezzi in calo del 25 per cento». Tale discesa risulta tra l’altro confermata nell?anno in corso, «stimolata dalla grande varietà di offerte esistenti sul mercato, che tra profili standard, opzioni e promozioni garantisce alla clientela una vasta gamma di offerte all?interno delle quali scegliere quella che meglio soddisfa le proprie esigenze, con prezzi molto al di sotto della media».