Per i romani liber era una raccolta di fogli di uno stesso scritto, cioè un libro, ma lo stesso termine indicava anche un uomo libero e indipendente, denominato appunto liber, per definire la condizione sociale di chi è libero da servitù, debiti e ipoteche. Questa strana coincidenza si rinnova nell?iniziativa promossa dall?editore Guaraldi per restituire la libertà e una nuova vita a tanti preziosi volumi oggi esiliati dal catalogo della didattica e da quello strettamente commerciale.
Copie invendute dei capolavori di Melville, Dostoevskij, Kafka, Conrad, Joyce, Flaubert, Hesse, oggi giacenti nei magazzini dell?editore troveranno ospitalità presso biblioteche e scuole che risponderanno all?appello di chi non vuole accettare la logica dell?invio al macero.
Si perché un libro invenduto costa, costa l?averlo prodotto, ma costa conservarlo, costa iscrivere nell?attivo del bilancio il suo pur ridimensionato valore. Il suo destino fatale è il macero.
Al grido di “Non maceriamo i nostri libri “morti”, regaliamoli! E salviamone l’anima!” l?editore Guaraldi distribuirà gratuitamente dal prossimo 24 ottobre alcune migliaia di copie dei grandi classici della letteratura mondiale.
Il progetto è semplice: i libri con oltre 10 anni di vita – e tutta la loro esistenza fiscale già assolta ed esaurita, vengono regalati a Scuole e/o Biblioteche con regolare fattura a zero euro e iva già assolta all’origine. Una procedura che consente di evitare quella, fiscalmente ineccepibile, della macerazione sotto il controllo della Guardia di Finanza.
I titoli “sepolti” nei polverosi scaffali dei magazzini editoriali possono inoltre “risuscitare” in veste digitale ed essere trasferiti alle Scuole, alle Biblioteche o ai privati, via Internet, a costo zero e in tempo reale. Il futuro del libro sarà inevitabilmente nella forma di e-Book eventualmente stampabile on demand, su progetto e richiesta dell’insegnante che si riapproprierà così totalmente della propria autonomia didattica.
C?è l?auspicio che un ruolo al riguardo possa essere assunto anche dal ministro della Pubblica Istruzione, perché solo così può prendere corpo un processo attivo di recupero che deve moltiplicarsi per tante altre piccole o grandi realtà del mondo editoriale.