Dalla scorsa settimana il dizionario “De Mauro” della casa editrice Paravia non è più online. La motivazione alla base dell’interruzione del servizio è che l’opera su cui si basa è ormai fuori catalogo. Le reazioni dei navigori sono stati commenti di rammarico nei forum, mentre nei social network (Facebook in primis) sono nati già i primi gruppi che sperano in un ripensamento della Paravia e in un rapido ripristino della tanto apprezzata versione digitale del dizionario della lingua italiana.
Alessandro Gallucci, legale dell’Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori), ha così commentato l’accaduto: «Solitamente gli scarti e le rimanenze di magazzino si regalano o si vendono a prezzi stracciati, non per la Paravia le cui edizioni fuori catalogo, evidentemente, diventano pezzi da collezione. Niente di illegale, per carità la consultazione era gratuita e non è stato leso il diritto di nessuno».
Una decisione legittima, ma criticabile; l?ennesima dimostrazione dell?incapacità e dell?imbarazzo delle nostre case editrici nell?utilizzo di Internet. La riprova di una strategia commerciale che non vede al di là di un palmo dal proprio naso. Internet non è il futuro, Internet è già il presente. Investire oggi sulla Rete significa ottenere dei profitti già nell?immediato, e per il futuro avere una posizione di vantaggio rispetto agli altri».
L’Aduc poi ci tiene a sottolineare che, guardandosi attorno, il mondo procede nella direzione esattamente opposta: «Nei scorsi giorni, Steve Ballmer, presidente della Microsoft ? continua il legale dell?Aduc -, in viaggio in Italia, annunciava, sventolando un foglio di carta pieno d?appunti, che tra pochi anni la tecnologia permetterà di mettere in soffitta carta e penna. Sempre la scorsa settimana, Amazon ha annunciato che lancerà sul mercato internazionale Kindle, lettore e-book di ultima generazione che grazie a un sistema di connessione wireless permetterà di leggere ogni genere di prodotto editoriale in ogni luogo. È assodata l?idea che l?avvento di Internet ha cambiato il modo di fare comunicazione; ognuno, nel proprio browser, sotto la voce preferiti, ha una piccola biblioteca virtuale che sta superando e soppianterà definitivamente il classico cartaceo.
La scelta inoltre ? continua Gallucci -, non può vantare improbabili motivazioni di carattere economico. Non si tratta di un quotidiano on-line o di un portale che, per il contenuto, necessita di costante manutenzione ed aggiornamento; quand?anche fosse così, nell?ottica del mantenimento di un servizio, non sarebbe assurdo introdurre spazi commerciali o, meglio ancora, chiedere il contributo economico dei propri utenti». Insomma, il “De Mauro” è indubbiamente un prodotto apprezzato e l’auspicio di tutti è quello di vedere ripristinato il servizio.