Deloitte: i governi investano in sicurezza informatica

di Lorenzo Gennari

23 Giugno 2009 15:00

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Secondo il nuovo studio di Deloitte, la sicurezza del cyberspazio è diventato un fattore imprescindibile per tutti i governi del mondo. Ignorarlo significa mettere a rischio l'economia, le infrastrutture e i cittadini stessi

I professionisti di security di Deloitte, una tra le più grandi realtà nei servizi professionali alle imprese in Europa, America e Asia, hanno lanciato il monito ai governi di tutto il mondo: mai come in questo periodo occorre concentrarsi sulla sicurezza informatica per facilitare la crescita di un’economia sostenibile e far fronte alle minacce di attacco.

Secondo il nuovo studio di Deloitte “Cybersecurity: Everybody?s Imperative. Protecting our economies, governments and citizens”, la dipendenza dal cyberspazio non riguarda più solo il settore dell’informatica, ma si è estesa a quasi tutte le funzioni vitali dei paesi industrializzati.

«I governi pertanto devono iniziare da subito a pensare alla sicurezza dell’economia digitale», ha commentato Lorenzo Grillo, Director responsabile Security & Privacy Services di Deloitte. Lo studio dimostra che la presenza di un programma di sicurezza informatica efficiente ha un impatto positivo sulle economie e sui governi di tutto il mondo.

Aumentare il livello di protezione delle reti e dei sistemi digitali non può che far crescere il commercio globale, perchè migliora la sicurezza delle transazioni on-line incentivandole. Lo studio sostiene che, al contrario, sottostimare la sicurezza informatica può far calare la fiducia nelle relazioni e causare isolamento in un’economia globale sempre più interdipendente, con conseguente sviluppo di “cyber-protezionismo?. Anche le disuguaglianze nel gestire il rischio cibernetico tra le nazioni possono influenzare il commercio: i governi potrebbero negare partner potenziamenti non sicuri e alcune società potrebbero limitare i loro investimenti oltreoceano laddove i dati sono meno protetti.

«I governi devono affrontare la questione della cybersecurity e i cambiamenti nelle abitudini e nello stile di vita che questo comporta con i “quando”, non con i “se”. Non si può tornare indietro», conclude Grillo. Ci sono alcuni aspetti che però non vanno sottovalutati e cioè che la sicurezza informatica dovrebbe trovare il giusto equilibrio tra protezione e libertà civile, educando e coinvolgendo i cittadini per renderli consapevoli delle possibili minacce e fornendo incentivi positivi per dissuadere i potenziali criminali. E proprio per la natura critica e strategica del problema, la soluzione deve coinvolgere la leadership pubblica e privata.