I pazienti trapiantati possono finalmente dire addio all’obbligo di portare con sé lo storico degli esami effettuati nei diversi ospedali, in formato cartaceo. La sperimentazione del nuovo libretto digitale sanitario interesserà per ora 100 pazienti che hanno subito un trapianto di rene o di fegato, ma verrà presto estesa anche agli altri centri trapianti di Roma e provincia.
In realtà il libretto digitale altro non è altro che una pendrive, del tutto simile a quelle che si utilizzano tutti i giorni per archiviare file di ogni genere. Tanto è vero che sarà possibile consultare il proprio quadro clinico anche sul pc di casa, inserendo la pendrive in una porta USB.
La penna evita inoltre l?eventuale perdita dei dati sanitari o la duplicazione di analisi e test clinici, con un indubbio vantaggio anche per il controllo della spesa sanitaria. La grande quantità di dati di ogni tipo (esami di laboratorio, analisi cliniche, dosaggio dei farmaci prescritti, radiografie, tac, rmn) che può essere memorizzata all’interno del piccolo dispositivo risulta anche un passo avanti nella dematerializzazione dei documenti della pubblica amministrazione sanitaria, oltre che di quelli personali.
La sicurezza dei dati, spiega Carlo Umberto Casciani, presidente dell?Agenzia regionale del Lazio, insieme a Giuseppe Iaria, dirigente medico di I livello presso il centro trapianti dell’ospedale S. Eugenio di Roma, è garantita da una seconda pendrive, che rimane in possesso del medico.
Entrambi i dispositivi possiedono un sistema di riconoscimento delle impronte digitali che tutela l’identità della persona proprietaria dei dati e, nello stesso tempo, la riservatezza degli stessi in caso di smarrimento.
Dai primi riscontri il gradimento dei pazienti risulta molto elevato perché il meccanismo è semplice ed utile come salvavita in circostanze di emergenza o quando si è in viaggio. «Al termine di questa sperimentazione – ha concluso il professor Iaria – ci auguriamo che questo sistema di semplificazione amministrativa venga adottato dal Servizio sanitario nazionale».