10 domande, il format ora sbarca anche in rete

di Lorenzo Gennari

27 Maggio 2009 10:30

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Il format transmediatico delle dieci domande, nato sul quotidiano La Repubblica in merito al cosidetto "Noemi-gate", che vede coinvolto il Premier Silvio Berlusconi, imperversa in rete tra il serio e il faceto

Le dieci domande del vicedirettore di Repubblica Giuseppe D’Avanzo, rivolte a Silvio Berlusconi e pubblicate sul quotidiano diretto da Ezio Mauro qualche giorno fa, sono divenute un format transmediatico a cui nessuno vuole evitare di attingere.

Si è passati dalle pagine del “Foglio”, che reagì con le dieci domande sarcastiche di Andrea Marcenaro allo stesso D’Avanzo, a quelle di Libero, dove Gianluigi Paragone ha posto “dieci domande su Sofri ai moralisti di Repubblica”, per continuare su quelle di “Liberazione”, con “le dieci domande a cui Bertolaso non risponde” e poi ancora, con diverse varianti su personaggi, temi e numeri, sul “Giornale”, sul “Riformista” e infine si è tornati sullo stesso Repubblica per proporre ironicamente dieci domande di riserva.

Dopo il passaggio in tv in alcuni TG e, con un tono più divertito, nella trasmissione “Che tempo che fa”, ora il format è sbarcato su Internet. Le incalzanti domande di D’Avanzo si sono però trasformate in quesiti a tema libero rivolti ai personaggi più disparati. I fedelissimi hanno continuato a bersagliare i politici, mentre alcuni, specialmente su Facebook, hanno cominciato addirittura ad interrogare i propri amici.

La consacrazione del format è in effetti arrivata con il lancio, sul più conosciuto social network della rete, del gruppo “Berlusconi, rispondi!“, che ora conta ben 40 mila iscritti. Da lì si è poi passati ad altri argomenti e altri interlocutori, in una sorta di gara al miglior accostamento: dal gruppo leghista che rivendica la paternità del format sottotitolando “Le vere 10 domande – Lega Nord 1998” al gruppo di tifosi che riserva il solito numero di punti interrogativi per una squadra di calcio non propriamente amata.

Anche nel mondo dei blog c’è stata l’omologazione dei post all’ubiqua struttura delle dieci domande. Nemmeno YouTube e le altre piattaforme multimediali sono state risparmiate da questa mania. Ora, dopo il mare di quesiti aperti in ogni angolo della carta stampata, della televisione e del web, non ci resta che aspettare le risposte.