“Tutta la politica minuto per minuto”. Sembra uno slogan calcistico, sulla falsariga del noto programma di informazione radiofonica, ma questa volta è la politica la protagonista, e il mezzo di comunicazione non è la radio ma il web, in particolare Twitter. Sarà disponibile già da questo pomeriggio una nuova applicazione di TweetMinster, per seguire in tempo reale le vicende politiche dal proprio desktop.
TweetMinster, infatti, oltre ad aggregare conversazioni di parlamentari e candidati dei vari partiti, permetterà di seguire qualsiasi contenuto politicamente rilevante, “twittato” anche da non politici.
Ma cos’è TweetMinster? Si tratta di un servizio di Twitter, che consente di monitorare la politica britannica in tempo reale, aggregando i tweet politici. Quando è stato lanciato in Gran Bretagna, lo scorso dicembre, vi si sono registrati 5 deputati, 10 candidati al Parlamento e 2 ministeri governativi. Ma oggi i numeri sono cresciuti notevolmente, e adesso si contano 45 mebri di Westminster, 60 candidati e 10 ministeri.
Alla creazione di TweetMinster ha partecipato anche un ragazzo italiano di 29 anni, Aberto Nardelli, ispirandosi al successo registrato dall’uso dei social network da parte del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, grazie a Tweetcongress.
All’interno della pagina dedicata al servizio, è presente anche un “Twitterometro“, che fornisce in tempo reale alcune statistiche sul confronto tra due leader politici, ad esempio il numero di volte che sono stati chiamati in causa.
«Creare una comunità politica senza precedenti per migliorare la comunicazione politica, renderla più aperta e trasparente facendo interagire gli elettori tra loro e direttamente con i vari politici», questo il fondamento di Twittminster secondo Alberto Nardelli, che sta già pensando di rendere a pagamento il servizio.
E in Italia? A cosa porterebbe l’utilizzo di una simile applicazione? Manderebbe Twitter in tilt? «Assolutamente no – assicura Nardelli intervistato su Wired.it – Abbiamo costruito il servizio in modo che con i partner giusti possa essere replicato in ogni paese del mondo. Se ci fosse interesse potremmo aiutare anche l’Italia a svilupparlo così come abbiamo già fatto in Olanda e in Svezia».