Oltre 6 mila telecamere a scrutare l’intera città, soprattutto nelle zone più a rischio. Un “grande fratello” formato Roma, che ha come obiettivo la sicurezza, un sistema unificato centrale di controllo. È questo il focus del progetto “Roma citta sicura” presentato dall’
Unione Industriali al sindaco della capitale, Gianni Alemanno. L’iniziativa, annunciata già a febbraio, rientra nel più ampio progetto per il digitale a Roma, per il quale sono previsti investimenti pari a 600 milioni di euro in cinque anni. Centinaia di chilometri di fibre ottiche di nuova generazione, capaci di creare una rete di collegamento tra le telecamere presenti in ogni angolo della città.
Telecamere ovunque, quindi. Soprattutto nelle zone di periferia ad alto rischio. Ma occhi digitali puntati anche su mezzi pubblici, ministeri, strade, banche, negozi, stadi, musei, stazioni della metro, prati. Grazie ai cavi in fibra ottica la qualità delle immagini sarà nitida e corredata di suono: le fibre esistenti garantiscono una capacità di 60 megabyte, quelle future si avvicineranno a 100.
Della rete faranno parte i “lampioni intelligenti” equipaggiati con sensori in grado di identificare se ci sono armi in zona, e con display per avvisi di pubblica utilità. I cavi elettrici, opportunamente ammodernati, saranno sufficienti a portare il segnale alla rete ottica.
Ma come funzionerà? Le telecamere saranno collegate ad un’unica centrale di videosorveglianza, probabilmente sita in via Baccelli, presso la sala sistema creata durante il Giubileo. La prefettura, poi, coordinerà i collegamenti con le forze dell’ordine dalla sala operativa.
Ottimismo e soddisfazione da parte dell’Unione Industriali di Roma, che tramite il presidente Aurelio Regina, afferma: «L’unica soluzione per la sicurezza è la tecnologia». Entusiasta anhe il sindaco Alemanno, che ha garantito che renderà «più rapido, con le opportune modifiche normative, l’iter autorizzativo per realizzare gli scavi, che saranno poco invasivi».