L’infrastruttura telematica della PA, la pià grande in Italia e una tra le più ampie in Europa, ha visto il decollo alla fine del 2007. È attualmente gestita dal CNIPA su incarico del ministero della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione. L’SPC” integra oltre 1 milione di telefoni e 550 mila computer della PA, permettendo loro lo scambio di informazioni di varie tipologie in modalità telematica.” Il sistema offre una capacità di trasporto di 70 Gigabit/sec, più del doppio rispetto alla Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione (RUPA), cui è subentrata, ed è predisposto per l’inserimento del VoIP e delle telecomunicazioni wireless. Si completa, inoltre, con la Rete Internazionale delle Pubbliche Amministrazioni (RIPA), che fornisce a livello internazionale servizi di connettività IP e di interoperabilità di base e ? attraverso il collegamento con SPC ? consente alle sedi estere la partecipazione ad applicazioni cooperative.
L’SPC è stato istituito dal Decreto Legislativo 28 febbraio 2005, n.42 ed è stato definito dall’art. 73 c. 2 del Decreto legislativo n. 82/2005 (CAD – Codice Amministrazione Digitale), integrato dal Decreto Legislativo 4 aprile 2006 n. 159, come “l’insieme di infrastrutture tecnologiche e di regole tecniche, per lo sviluppo, la condivisione, l’integrazione e la diffusione del patrimonio informativo e dei dati della pubblica amministrazione, necessarie per assicurare l’interoperabilità di base ed evoluta e la cooperazione applicativa dei sistemi informatici e dei flussi informativi, garantendo la sicurezza, la riservatezza delle informazioni, nonché la salvaguardia e l’autonomia del patrimonio informativo di ciascuna pubblica amministrazione”. L’azione della PA deve essere esplicata in modo efficiente e appropriato affinchè l’interesse pubblico sia perseguito secondo criteri di speditezza, semplicità e trasparenza e con il minor sacrificio degli interessi particolari dei privati. Il principio ha assunto il nome di “efficienza” nell’ambito della legislazione della PA. È evidente anche il richiamo al “principio di semplificazione”, che prevede istituti diretti a snellire e rendere più veloce l’azione amministrativa.
Ma il nucleo giuridico forte è rappresentato dal “principio di sussidiarietà“, in base al quale le competenze amministrative devono essere attribuite agli enti più vicini ai cittadini, in modo da garantire una migliore efficacia dell’azione amministrativa. L’ente superiore deve poter esercitare solo le funzioni che l’ente sottoindicato non è in grado di esercitare in modo efficiente. Con l’SPC, la PA si presenta come un interlocutore unico per offrire a cittadini ed imprese un servizio completo. L’obiettivo è quello di evitare che l’informazione (dati e processi) venga duplicata sul web, ma risieda e sia di competenza delle PA preposte alla sua gestione. Gli organi della PA devono poter comunicare tra loro tramite un’architettura SOA (Service Oriented Architecture).