Nell’ambito del decreto legge in materia di sicurezza pubblica, il Senato ha approvato un emendamento del presidente dei senatori dell’Udc, Giampiero D’Alia, riguardante forme di repressione e sanzioni nei confronti di gruppi sul Web che incitano ad azioni criminali. Tra questi, gruppi sull’attività della criminalità organizzata, l’incitamento alla violenza sessuale o l’odio razziale.
Sotto la lente è finito Facebook, che proprio nei giorni scorsi era stato al centro di polemiche in quanto era comparso online un gruppo che incitava agli stupri, in riferimento alla vicenda di Guidonia.
«In questo modo diamo concretezza alle nostre iniziative per ripulire la rete, e in particolare il social network Facebook, dagli emuli di Riina, Provenzano, delle Br, degli stupratori di Guidonia e di tutti gli altri cattivi esempi cui finore si è dato irresponsabilmente spazio. Non possiamo accettare su Internet ciò che combattiamo nella reatà: ora sta a Facebook adeguarsi e dimostrare di non essere una giungla virtuale senza regole nè rispetto», commenta D’Alia.
«In caso di accertata apologia o incitamento, il ministro dell’Interno – si legge nel testo – dispone con proprio decreto l’interruzione dell’attività indicata, ordinando ai fornitori di servizi di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine, applicando sanzioni pecuniarie per gli inadempimenti».
I provider, dunque, avranno il compito di filtrare le pagine a rischio e i siti che non rispetteranno le regole andranno incontro ad una multa variabile tra i 50mila e i 250mila euro.