Presentato questa settimana, Genova Hub è il primo esempio di un comune che sbarca su un sito di social network, e in particolare su MySpace, forte della sua presenza online con 50 milioni di utenti in tutto il mondo.
Genova Hub vuole essere un luogo di incontro e di scambio per facilitare l’interazione delle istituzioni con i cittadini, un’interazione resa possibile innanzitutto dai numeri del bacino d’utenza dell’area genovese su MysSpace che conta infatti quasi 30.000 iscritti.
In una conferenza stampa ha presentato il progetto Francesco Bollorino, consulente del Comune per la Città digitale, che ha così commentato l’iniziativa: «Perché non siano più i cittadini ad andare ad interpellare il Comune, ma sia il Comune ad interagire con loro, informandoli e rispondendo loro in tempo reale. Puntiamo, con i contenuti e i servizi che offriremo ad un aumento a livello esponenziale della partecipazione: attraverso My Space non miriamo solo ai genovesi, ma cogliamo l´occasione di un´ulteriore vetrina per lanciare Genova nel mondo, e farlo senza spendere un euro».
I frutti dell’accordo con MySpace già sono visibili, visto che il famoso sito di social network sponsorizza, per la prima volta in assoluto nella storia dei social network, la mostra a Genova Fabrizio De Andrè, che s’aprirà il 31 dicembre a Palazzo Ducale.
Il progetto di Genova Hub punta ad ampliarsi sempre di più, e al momento in cui scriviamo conta 181 amici, destinati ad aumentare esponenzialmente, sia grazie all’enorme cassa di risonanza rappresentata da MySpace e dai suoi utenti sia per l’attenzione e la cura riposte dagli organizzatori nel realizzare un progetto apparentemente semplice, a costo zero, ma dalle innumerevoli potenzialità.
Il primo dato importante da registrare è quindi che la città di Genova fa un primo passo avanti lanciandosi nell’universo web da una delle porte principali, quella dei social network che non a caso sono il fenomeno del momento nella Grande Rete, e che permettono di interagire efficacemente con utenti sparsi in tutto il mondo, nella prospettiva, per Genova, di ampliare le maglie dell’e-demovcracy sulla quale molto punta la città.