Roberto Cassinelli accetta le critiche di tutti. Rispetta perfino l’opinione di quelli che, in questi giorni, hanno scritto commenti volgari sul suo blog.
La sua risposta, diretta più che altro a chi invece ha partecipato alle discussioni su Facebook o ha contribuito con suggerimenti inerenti l’iniziativa di modifica della legge in questione (legge 7 marzo 2001, numero 62), è che la sua proposta, e ci tiene a ribadirlo, non è in alcun modo definitiva.
Secondo quanto dichiarato da Cassinelli a PubblicaAmministrazione.net, in virtù dello sfumato confine tra le attività di moltissimi siti che fanno o meno trarre profitto al gestore o agli autori delle pagine, occorre definire con maggior rigore proprio il punto della proposta di legge in cui si parla della questione “profitto”.
Nella fattispecie, tale definizione rischierebbe di far rientrare un blog come quello di Beppe Grillo tra quelli “da registrare”, mentre, dichiara sempre Cassinelli, il sito del comico genovese, così come altri dalle medesime caratteristiche, dovrebbe continuare ad essere libero da vincoli burocratici.
Stessa sorte, ribadisce il deputato, dovrebbe toccare a tutti i blog personali che accolgano, nelle proprie pagine, lo spazio dedicato al programma AdSense di Google. Il processo in atto pertanto è tutt’ora quello di salvare la maggior parte dei blogger italiani, lasciando invece gli obblighi per quei siti direttamente riconducibili a testate editoriali.
Cassinelli ricorda inoltre che da subito ha manifestato la volontà di discutere e correggere insieme ai blogger italiani la sua proposta di legge e ammette che la bozza, per sua natura, contiene parti che necessitano di essere modificate.
L’esperienza del deputato come blogger, per sua stessa ammissione, non è delle più longeve, ma almeno, come non accade di frequente, è un’esperienza diretta.