La nuova frontiera delle manifestazioni di protesta è il social networking. Dopo le petizioni on line, i siti internet, i blog, ora anche su Facebook esistono gruppi ispirati alle manifestazioni di piazza studentesche.
Studenti, ricercatori precari, docenti e genitori hanno nell?ultimo mese creato una vera e propria rete “anti legge 133”. E’ una protesta che parte dal basso ed usa linguaggi nuovi e partecipativi, mettendo insieme movimenti sindacali organizzati e nuove entità nate per l?occasione.
L?iniziativa più rilevante in termini numerici è la causa “A favore dell?istruzione e della ricerca. No alla Legge 133”, che ha ottenuto 40 mila adesioni, ma non sfigurano neanche i gruppi “No Gelmini” (300 membri) e “Tutti contro Maria Stella Gelmini” (800 membri), e c?è persino chi scommette che “almeno 5 milioni di persone detestano la Gelmini”. Per ora ha ottenuto poco più di 5.000 adesioni, ma segna tassi di crescita record.
Con oltre 130 milioni di utenti, Facebook è il social network numero uno nel mondo e da questa estate impazza anche in Italia. Primo nella classifica dei paesi con più alto tasso d?iscrizione il nostro paese ha raggiunto quota 1.342.660 utenti.
Considerando la già cospicua presenza di politici sullo stesso social network, non è escluso che la Gelmini possa rispondere e avviare una tavolo di discussione virtuale sfruttando gli strumenti di Facebook.
Il suo profilo esiste da poco e per questo presenta un basso numero di sostenitori (ad oggi, 18 in tutto), ma Internet potrebbe rappresentare un modo per evitare che si svuotino le aule in favore delle piazze e forse anche un buon sistema per impedire la “politica gridata“.