Al via il calendario per il digitale terrestre

di Giulia Gatti

12 Settembre 2008 15:00

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Il Governo è al lavoro su alcuni provvedimenti per rilanciare il digitale terrestre e la banda larga. Previsti anche dei contributi

Il Sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani concentra la sua attenzione su tv e Internet. Ieri ha presentato ufficialmente le misure che verranno adottate per far recuperare terreno all’Italia in materia di connessioni veloci e nuova tecnologia radiotelevisiva.

Il presidente dell’Agcom, Antonio Calabrò, aveva già evidenziato come fossero necessari interventi a favore del digitale terrestre per poter spegnere definitivamente il segnale analogico entro il 2012.

Il decreto firmato dal ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola prevede un calendario, secondo il quale entro il 2010 il 70% degli italiani dovrebbe accedere alla Tv con il nuovo segnale digitale.

In particolare, per il secondo semestre del 2008 sono già previsti i passaggio al digitale terrestre in Sardegna e Valle D’Aosta, aree cosiddette all digital. Nel 2009 la Tv digitale terrestre dovrebbe invece approdare definitivamnete nel Lazio, in Campania, in Trentino Alto Adige e in Piemonte. Le ultime due regioni, Sicilia e Calabria, dovrebbero completare la transizione alla fine del 2012.

L’Autorità per le comunicazioni ha dato il via libera all’unanimità al progetto. Mentre Giovanna Melandri, Ministro delle Comunicazioni del Governo ombra del Pd, ha sottolineato: «Aspettavamo da tempo che il Governo ci comunicasse il calendario. Ci preoccupa costatare che a un dettagliato calendario non segue un’individuazione altrettanto dettagliata di tutti fondi necessari a sostenere il passaggio dall’analogico al digitale. Cosa dirà il Governo quando, all’indomani del passaggio al digitale, molte famiglie si troveranno la Tv ridotta, perché non avranno potuto attrezzarsi? Senza un’adeguata gestione della situazione l’avanzamento al digitale si trasformerebbe in un’inaccettabile disuguaglianza tecnologica tra regioni ricche e regioni povere».

Romani ha risposto che per i cittadini che non hanno le possibilità economiche per acquistare un decoder, il Ministero ha già deciso di erogare un contributo, purché il reddito familiare sia inferiore ai 15 mila euro. In parte anche a questo scopo verranno utilizzati i 100 milioni annui del fondo digitale che, prevede il sottosegretario, potrebbero essere di meno nel 2012, quando la diffusione dei decoder e degli apparecchi integrati dovrebbe essere già estesa a molte regioni.