Il Federal Department of Transportation (quello che in Italia sarebbe il ministero dei trasporti) ha stanziato 500mila dollari da destinare all’avvio di un progetto di identificazione a radiofrequenza nel porto di Seattle (uno dei più importanti scali marittimi commerciali del Pacifico settentrionale).
Negli Stati Uniti, patria del libero mercato, sono rari i finanziamenti pubblici, ma quando si tratta di incentivare l’utilizzo delle nuove tecnologie, la Pubblica Amministrazione americana è sempre ben disposta a fare eccezioni.
La tecnologia Rfid si adatta perfettamente alle esigenze della logistica della grande distribuzione organizzata e le etichette intelligenti (tag Rfid) offrono la possibilità di tenere monitorati i camion in entrata e in uscita dallo scalo marittimo con una spesa per unità molto bassa (considerando l’alta tecnologia contenuta in esse).
La PA americana in questo modo ottiene un doppio vantaggio: da una parte riduce il traffico di camion (che non si dovranno più fermare per mostrare quello che trasportano), dall’altra abbassa il livello di inquinamento che negli ultimi tempi è aumentato nel porto di Seattle.
Il progetto, denominato “Truck Radio Frequency Identification“, vedrà coinvolti migliaia di camion e altri mezzi di trasporto. La sperimentazione, condotta a partire dal 2005, ha già visto 1500 camion equipaggiati con etichette intelligenti superare il test di collegamento con il database centrale oltre che la validazione elettronica a distanza delle autorizzazioni per accedere, transitare e uscire dai terminal.
Non è la prima volta che nello stato di Washington vengono finanziate pubblicamente le tecnologie di identificazione a radiofrequenza. Già nei mesi scorsi è stato avviato un progetto pilota per dotare alcuni automobilisti di patenti Rfid per testare il monitoraggio della frontiera con il Canada attraverso onde radio.