Il ministro della giustizia Angelino Alfano, dopo l’incontro a Roma con i sindacati di polizia penitenziaria si è espresso in maniera favorevole all’utilizzo di procedure di controllo mediante dispositivi tecnici come il braccialetto elettronico.
«Una strada nella quale occorre muoversi, è quella di una nuova politica della pena, necessaria e indifferibile, che preveda un “ripensamento” organico del carcere e dell’Istituzione penitenziaria, avvalendosi anche della tecnologia» – ha detto il ministro durante il confronto con i rappresentanti dei sindacati.
Soddisfazione per le parole del guardasigilli le esprime Donato Capece, segretario generale del sappe (sindacato autonomo polizia penitenziaria), prima e più rappresentativa organizzazione di categoria che da tempo chiede a gran voce l’adozione del braccialetto elettronico per il controllo dei detenuti con pene brevi da scontare.
Il Sappe, per altro, ha appena concluso l’organizzazione di un convegno nazionale proprio sul tema dell’utilizzo della tecnologia in ambito di giustizia e sicurezza, in particolare sull’uso del braccialetto elettronico. Il dibattito ha visto confrontarsi sull’argomento, ma anche sulle novità introdotte dal pacchetto sicurezza proposto dal governo Berlusconi, i rappresentanti della polizia e dell’amministrazione penitenziaria, gli amministratori locali e i parlamentari di entrambi gli schieramenti.
«Il braccialetto elettronico ha finora fornito in molti paesi europei una prova indubbiamente positiva. E se la pena evolve verso soluzioni diverse da quella detentiva, anche la polizia penitenziaria dovrà spostare le sue competenze al di là delle mura del carcere, parallelamente all’affermarsi del suo ruolo quale quello di vera e propria polizia dell’esecuzione penale – ha spiegato Capece – il controllo sulle pene eseguite all’esterno e sull?adozione del braccialetto elettronico, oltre che qualificare il ruolo della polizia penitenziaria, potrà avere quale conseguenza il recupero di efficacia dei controlli sulle misure alternative alla detenzione. Efficienza delle misure esterne e garanzia della funzione di recupero fuori dal carcere – ha concluso il segretario generale del sappe – potranno far sì che cresca la considerazione della pubblica opinione su queste misure, che nella considerazione pubblica, non vengono attualmente riconosciute come vere e proprie pene».