«Governi e imprese dovrebbero fare di più per consentire la piena realizzazione del potenziale della banda larga, e portare avanti progetti pilota su settori come sanità, trasporti e ambiente» è uno dei consigli che l’Ocse ha redatto in occasione della Conferenza ministeriale sul futuro della Web economy che si svolgerà a Seul.
Nel documento dell’Ocse sono state presentate una serie di classifiche che rivelano lo stato della banda larga nei paesi appartenenti all’organizzazione. Dai dati emerge che gli abbonati alla banda larga in area Ocse l’anno scorso erano 235 milioni per una penetrazione pari al 20%, contro il 16,9% della fine del 2006.
In molti paesi del nord Europa (Danimarca, Islanda, Norvegia, Finlandia, e Svezia) la penetrazione di internet ad alta velocità supera il 30% mentre la crescita italiana si attesta intorno al 3% con una percentuale di penetrazione del 17%.
Secondo l’Ocse la situazione italiana, e quella di molti altri paesi che risentono ancora di alcune difficoltà tecnologiche, può essere superata promuovendo la concorrenza e nuovi network; investendo sulla fibra ottica e incentivando progetti test per sanità, trasporti e ambiente.
Il primo segnale positivo per la ripresa della banda larga nel nostro paese viene da Telecom Italia che ha stipulato una partnership con la cinese Huawei che punta sulla fibra sottomarina per la creazione di una dorsale mediterranea che collega l’Europa al Medio-Oriente.