La domanda che ha messo in campo George Orwell nel 1948 con il suo romanzo 1984, implica l’impegno ad una risposta che cerchi di comprendere il rapporto della PA (in senso soggettivo costituita primariamente dagli organi e uffici dello Stato che dipendono dal governo) con i governati-cittadini attraverso l’utilizzo delle ICT. È evidente che l’antinomia principale è quella tra 2 forme di Stato diametralmente opposte: il totalitarismo e la democrazia.
Nella realtà del 2008 il tecnocontrollo non può prescindere dal considerare il ruolo di Internet. Accanto al riconoscimento facciale e comportamentale, al riconoscimento del parlato nelle comunicazioni telefoniche, all’analisi semantica e del contesto, ai database biometrici, la privacy deve fare i conti con i tentativi degli Stati nazionali di limitare la libertà offerta dalla Rete delle Reti.
Per distinguere un immediato controllo da una coordinata governance, evitando di stabilire un’identità tra opposizione dissenziente e pericolo istituzionale, occorre partire dalla natura giuridica di Internet. Internet non è giuridicamente oggetto di proprietà da parte di un soggetto giuridico definito e da questo deriva sia la forza che la debolezza della “Rete di Reti”:
- non avendo proprietari gode di indipendenza rispetto a qualsiasi controllo esterno
- essendo acefala consente la presenza anarchica di qualsiasi soggetto senza distinzione rispetto alle finalità perseguite.
Gli organismi internazionali come ISOC (Internet Society, associazione senza fini di lucro, aperta a tutti, dedicata
al continuo sviluppo della rete Internet), IAB (Internet Architecture Board, organismo tecnico di supervisione dei
protocolli di rete e di comunicazione), IETF (Internet Engineering Task Force, organismo che definisce gli standard
operativi per i protocolli di trasmissione su Internet, come ad esempio quelli del TCP/IP. Tale organismo viene
controllato da IAB) non sono responsabili della gestione della Rete.
Questo contesto può rivelarsi positivo di fronte a situazioni dove il controllo potrebbe negare la libertà di pensiero. Le principali posizioni dottrinarie in relazione alla natura giuridica di Internet sono 3:
- Internet è un metaterritorio e quindi transnazionale rispetto ai governi
- Internet è sovranazionale e quindi implica una governance
- Internet è un cyberspazio e quindi la libertà è il suo fondamento
La prima mette in evidenza la soluzione tecnica, la struttura logica della Rete: Internet è un luogo virtuale e quindi “meta” rispetto agli Stati (mentre il territorio classicamente definito dal diritto costituzionale comprende dei confini); la seconda, partendo dal procedimento di telecomuncazione a livello planetario, ritiene che sia necessaria una metapolitica che superi gli attuali Statuti nazionali e consenta di stabilire delle regole condivise; la terza – enunciata nella “Dichiarazione di Indipendenza del Cyberspazio” da John Perry Barlow a Davos nel 1996 – non riconosce alcuna categoria giuridica tradizionale e respinge qualsiasi forma di controllo se non il semplice rispetto della netiquette.