«L’Europa comincia a cogliere i frutti della connessione a banda larga nel settore della sanità elettronica. Mi congratulo per l’impegno dimostrato da medici e amministrazioni sanitarie a lavorare in modo più efficiente». Con queste parole Viviane Reding, commissaria europea per la Società dell’informazione e i media ha commentato i risultati del sondaggio della Commissione europea sui servizi elettronici di assistenza sanitaria.
Stando all’indagine l’87% dei medici europei usa il computer e il 48% dispone di una connessione a banda larga, e l’Italia è nella media con il 49%. La pratica di eHealth maggiormente diffusa presso gli studi medici europei risulta essere l’archiviazione e l’invio dei dati amministrativi dei pazienti, con un percentuale dell’80%; cresce anche il numero di diagnosi, terapie e radiografie conservate elettronicamente.
Inoltre grazie alle comunicazioni online con i laboratori, a cui ricorre circa il 40% dei medici e, pur se in misura minore con altri centri sanitari (10%), l’amministrazione sanitaria in Europa secondo la Commissione è già migliorata, dotandosi di uno più efficiente e riducendo i tempi di attesa per i pazienti.
Maggiore impegno dovrebbe, invece, essere profuso per la diffusione di servizi di telesorveglianza, ricetta elettronica e assistenza medica transfrontaliera: la telesorveglianza, che consente ai medici di seguire il decorso di una malattia a distanza è praticata soltanto in Svezia, nei Paesi Bassi e in Islanda mentre le ricette elettroniche sono utilizzate solo dal 6% dei medici generici dell’UE e in particolare da Danimarca (97%), Paesi Bassi (71%) e Svezia (81%).
Insomma nonostante i segnali incoraggianti, l’eHealth presenta ancora forti difficoltà di diffusione in molti Stati Membri: se in Danimarca la quasi totalità dei medici (91%) dispone della banda larga, in paesi come Romania la percentuale di chi la utilizza è bassissima (5% circa).