Si chiama «Google Earth Outreach» ed è un sistema che rende possibile la localizzazione di tutte le operazioni a favore dei milioni di rifugiati, sfollati, apolidi e richiedenti asilo di cui si occupa l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite.
L’UNHCR ed altre organizzazioni sociali potranno perciò utilizzare Google Earth e Google Maps per rendere accessibili al grande pubblico tutte quelle informazioni logistiche circa le località interessate dai disastri umanitari.
Il programma permette di sovrapporre contenuti audio, video e di testo alle mappe geografiche tridimensionali di Google Earth, formando quello che in gergo tecnico viene chiamato un «layer» (strato).
L’utilizzo dei «layer» non è nuovo per l’applicazione di Google, infatti questa possibilità viene già utilizzata per iniziative pubblicitarie o turistiche e per la pubblicazione da parte degli utenti di contenuti multimediali relativi alle varie località sparse nel mondo.
A partire dall’indirizzo www.unhcr.org/googleearth è possibile scaricare il file che integra la particolare visualizzazione sovrapposta al classico globo tridimensionale (qui il link diretto al file KML – Keyhole Markup Language – utilizzato da Google Earth per i suoi «layer»).
In realtà si tratta di ben tre livelli: il primo fornisce una visione d’insieme dell’UNHCR e guida il visitatore in un viaggio attraverso le tre principali operazioni che coinvolgono movimenti forzati di popolazione: Darfur/Ciad, Iraq e Colombia.
Il secondo livello permette al visitatore di immergersi più da vicino nella vita di chi vive in esilio, focalizzandosi su questioni come l’accesso dei rifugiati alle cure mediche, all’istruzione, all’acqua ed alle strutture idrico-fognarie.
Vi sono poi delle finestre pop-up legate a punti precisi nei campi profughi e negli insediamenti dove vivono i rifugiati che forniscono spiegazioni, fotografie e video sui bisogni di queste persone e sulle attività dell’UNHCR.
Infine, c’è il terzo livello («macro-view») che guida il visitatore all’interno del campo profughi, permettendogli di vedere le infrastrutture come le scuole ed i punti d’approvvigionamento dell’acqua.
I tecnici informatici dell’UNHCR sostengono che in futuro il programma Google Earth potrebbe servire ad eseguire mappature transfrontaliere dei flussi di popolazione o a identificare i luoghi dove si trovano gli sfollati, informazioni cruciali nel pianificare eventuali operazioni di rimpatrio volontario.