Pedofilia online, in aumento i casi di recidiva

di Lorenzo Gennari

2 Aprile 2008 17:00

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Il Nucleo Investigativo Telematico sta portando a termine una maxi operazione in tutta Italia contro la pedofilia online. Le 80 perquisizioni portano alla luce ben 7 casi di recidiva

Questa mattina il N.I.T. (Nucleo Investigativo Telematico) ha reso noto l’esito dell’ennesima indagine telematica (ancora in fase conclusiva) contro il mercato telematico di foto e video riguardanti minori.

Il NIT è un nucleo interforze riconosciuto come polo d’eccellenza unico in Italia. Come già accaduto in passato, ha risposto in modo deciso alle dettagliate denunce di Telefono Arcobaleno, coordinando l’attività di ben 400 uomini tra Carabinieri, Polizia e Guarda di Finanza, su tutto il territorio nazionale.

L’enorme operazione, che si concluderà nella giornata di oggi, vede coinvolte 16 regioni italiane con 80 perquisizioni e 2 arresti.

Nel dettaglio, gli interventi sono focalizzati prevalentemente in Lombardia, ma sono numerose anche le perquisizioni effettuate in Sicilia (11) e in Emilia Romagna (10). Blitz anche nelle restanti regioni, ad esclusione della Basilicata, del Molise, delle Marche e della Valle d’Aosta.

«La recidività – afferma il Presidente di Telefono Arcobaleno, Giovanni Arena – è una caratteristica propria della patologia pedofila: tra le ottanta persone indagate, sette sono già state incriminate in passato per il medesimo reato. È assolutamente necessario che la pericolosità sociale di questi soggetti non venga favorita dalla cronica lentezza nei processi, e dalla scarsa certezza della pena, affinché si facciano valere i diritti della parte più debole della società, i bambini, quelli che subiscono le ingiustizie più grandi».

«Telefono Arcobaleno – continua il Presidente – in risposta alla totale mancanza di dati sul fenomeno, da 12 anni traccia lo stato della pedofilia online nel mondo e, attraverso il report annuale del suo osservatorio internazionale, fornisce alle istituzioni e ai media la mappatura aggiornata della pedofilia sul web».