UN E-Government Survey. From E-Government to Connected Governance, questo il nome dell’indagine condotta dalle Nazioni Unite sullo stato mondiale del governo elettronico.
Il rapporto, realizzato dal Dipartimento Affari Economici e Sociali, passa in rassegna i servizi attivati dalle amministrazioni centrali dei diversi Stati nell’ambito della partecipazione e della democrazia elettronica, delineando la loro evoluzione nell’arco di 3 anni.
La classifica di e-government vede in pole position i Paesi Scandinavi (Svezia, Danimarca e Norvegia) seguiti dagli Stati Uniti. Per l’Italia, la situazione non risulta particolarmente incoraggiante: retrocede di due posti, da 25 a 27, per i servizi di e-government. E addirittura al 55° per quanto riguarda l’e-democracy.
A penalizzare il nostro paese sarebbe lo stesso metodo d’indagine adoperato dalle Nazioni Unite: l’analisi, rivolgendosi alle sole iniziative nazionali non ha tenuto conto degli interessanti progetti finanziati dal Cnipa che invece a livello locale hanno segnato un notevole passo avanti.
Grosse novità, invece, sul versante dell’e-partecipation, una categoria che grazie allo sviluppo di piattaforme di social networking come MySpace, Facebook o YouTube ha registrato forti miglioramenti in molti paesi.
I parametri utilizzati per comprendere il livello di partecipazione on-line sono stati: l’E-Information, le tecnologie a disposizione degli utenti per l’acquisizione delle informazioni come blog, forum, newsgroup, RSS; l’E-Consultation, che consente ai cittadini di formulare petizioni on-line, e l’E-Decision-Making, tecnologia grazie alla quale si arriva ad esprimere il voto. Al di là del primato americano, si impongono in classifica le esperienze di Australia, Corea e Francia.