Un paradosso? L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato penalizza la comunità Open Source, favorendo l’utilizzo di specifici software commerciali e proprietari.
È l’accusa mossa dal PLIO, Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org, alla luce di una serie di bandi di concorso e assunzioni a progetto pubblicati nel corso del 2007 e che richiedono esplicitamente la conoscenza del pacchetto Microsoft Office 2003.
Condizione posta proprio da un ente che dovrebbe garantire l’equo trattamento delle varie offerte sul mercato, e che il presidente del PLIO definisce come «comica e triste allo stesso tempo»: «Ci dà una misura delle protezioni e dei favori di cui Microsoft gode a livello istituzionale, anche all’interno di un ente che dovrebbe – per statuto – essere al di sopra di ogni scelta di campo».
La richiesta del PLIO è chiara: terminare al più presto questo trattamento discriminatorio in favore di un software commerciale, richiedendo semmai una generale conoscenza dei pacchetti di applicativi per l’ufficio. Allo stesso modo con cui non si richiede la conoscenza specifica di Internet Explorer, ma più generalmente dell’uso della Rete.