È stato un vero e proprio boom di domande: solo nella prima giornata disponibile, sono state ben 352.955 le richieste telematiche di registrazione di lavoratori immigrati da parte dei propri datori di lavoro.
Cinque volte il numero di posti previsti nella prima delle tre tranche di registrazione, 47.100 posti messi a disposizione per i cittadini di quei paesi che hanno stretto accordi speciali con l’Unione Europea. Ma anche più di due volte i 170.000 permessi messi a disposizione globalmente dal decreto flussi del Ministero dell’Interno.
Nonostante l’alta frequenza di invio, il sistema informatico del Viminale ha retto senza grosse disfunzioni. Unici problemi la difficoltà a gestire cognomi particolarmente lunghi e un’eccessiva lentezza nell’invio di domande multiple gestite da parte dei Patronati, che hanno parlato per questo motivo di un sistema discriminante in cui «i privati sono stati facilitati».
Ma restano i problemi e le critiche relative alla questione del divario digitale, che – secondo i sindacati e il Codacons – avrebbe penalizzato proprio quei soggetti più deboli come anziani e persone con handicap. E c’è già chi spinge per una maxisanatoria, in modo che tutte le domande che rispondano ai requisiti minimi vengano accettate.