Tenere sotto controllo l’attività degli amministratori pubblici, verificare in tempo reale l’efficacia dei loro provvedimenti, intervenire sulle deliberazioni più importanti per la comunità: tutto questo senza muover un dito, anzi muovendo solo le dita. Sono le straordinarie opportunità offerte dall’e-democracy, la partecipazione democratica dei cittadini tramite le tecnologie digitali.
Al di là della rappresentazione volutamente iperbolica, siamo (ancora) nel terreno dell’utopia, nel senso che di e-democracy, oggi, è giusto parlare in termini di sperimentazioni.
Se infatti nel nostro paese l’accesso e l’utilizzo dei servizi di e-government rimane riservato a una circoscritta tipologia di utenti, la considerazione è ancora più vera riguardo a quelle iniziative con cui le amministrazioni stimolano la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, con l’ausilio del web.
La scommessa
Obiettivo principale delle sperimentazioni di e-democracy è quello di ridurre la distanza, non certo solo tecnologica, che separa i cittadini-elettori dai loro rappresentanti. Esigenza, in questo particolare momento storico, particolarmente sentita, sia dai cittadini che da quella parte di politici e rappresentanti eletti sensibili al tema.
Così, più che straordinarie piattaforme tecnologiche, i 57 progetti di e-democracy cofinanziati per 9,5 milioni di euro dal Cnipa (per un valore totale di poco superiore ai 41 milioni di euro), sperimentano nuove forme organizzative e di aggregazione di Enti, e modelli di relazioni innovative tra cittadino e PA. I progetti in fase di attuazione sono stati presentati da singole amministrazioni locali o da loro raggruppamenti, con il coinvolgimento di attori locali come associazioni di rappresentanza degli interessi produttivi e sociali, soggetti socio-culturali e produttivi, gruppi informali di cittadini.
Per l’Amministrazione centrale il costo dei singoli progetti non è particolarmente alto, variando dai 30 mila euro (progetto Pabol, del Comune di Ragusa) ad un massimo di 2 milioni circa (progetto Sesamo, della Regione Piemonte), ma il dato più interessante è che le PA locali stanno sperimentando forme di partecipazione democratica on line in tutti i settori di attività, in particolare per quanto riguarda ambiente e territorio, famiglia e servizi sociali, urbanistica e lavori pubblici. Più che sulle tematiche discusse però, vale la pena soffermarsi su alcune modalità di funzionamento delle sperimentazioni, privilegiando soprattutto le dinamiche di interazione cittadini-enti e tra enti stessi.