Chi combatte la pirateria se la prende con le PMI

di Claudio Mastroianni

Pubblicato 27 Novembre 2007
Aggiornato 7 Febbraio 2012 17:01

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Negli Stati Uniti la Business Software Alliance lo scorso anno ha fatto pagare oltre 13 milioni di dollari in copyright violato: il 90% a imprese di piccole e medie dimensioni

Prendersela con i pesci piccoli: sembra essere questa la filosofia delle istituzioni interessate al recupero dei crediti per violazione del copyright nell’utilizzo di software piratato.

A dichiararlo sono alcuni analisti di Associated Press, che sottolineano come per la maggiore di queste istituzioni, Business Software Alliance, colpire le piccole e medie imprese rappresenti la strategia più efficace e lucrativa.

Una tendenza dimostrata dal fatto che il 90% dei 13 milioni di dollari raccolti lo scorso anno per copyright violati proviene proprio dalle PMI: una quota spiegata dal fatto, secondo BSA, che sarebbero proprio queste le imprese dove l’uso illegale di software ha una maggiore diffusione.

Di diversa idea, secondo AP, sarebbero invece molti esperti IT e molti analisti, che puntano il dito contro l’Alleanza: a spingere BSA a concentrarsi sulle aziende di piccola e media grandezza sarebbe infatti le minori possibilità di quest’ultime di contrastare una azione legale.

Un pratica che alla Business Software Alliance sembra portare buoni frutti: per ogni copia di software illegalmente utilizzata, infatti, l’associazione chiede almeno il doppio del valore della licenza non pagata. Che moltiplicato per i numerosi computer presenti in un’impresa, può voler dire migliaia di dollari da pagare.