Nel calcolo del periodo di spettanza dell’indennità NASPI, INPS non ha considerato come periodo lavorativo il preavviso non lavorato di 6 mesi come Dirigente. L’azienda su questo periodo ha versato i contributi. E’ corretto?
Ai fini del calcolo del sussidio di disoccupazione NASpI, l’INPS dovrebbe considerare validi tutti i contributi versati, quindi anche quelli a cui fa riferimento, che l’azienda ha pagato per il preavviso (anche se non lavorato).
Il dubbio potrebbe sussistere nel caso di contributi dovuti ma non pagati, non invece a fronte di versamenti regolarmente effettuati dall’azienda.
La circolare INPS, 94/2015 specifica infatti che, a fini del diritto alla NASpI, sono valide tutte le settimane retribuite, purché per esse risulti, anno per anno, complessivamente erogata o dovuta una retribuzione non inferiore ai minimali settimanali. Il riferimento quindi è alle settimane retribuite, non a quelle lavorate. Mi pare che il suo caso sia quindi ricompreso.
=> NASpI: requisiti e domanda
La durata della prestazione è al massimo pari a due anni, nel caso in cui siano interamente coperti da contributi i quattro anni precedenti all’interruzione del rapporto di lavoro. Per l’importo dell’assegno, che è forse il punto su cui lei nutre il dubbio sull’utilizzo dei sei mesi di preavviso ai fini della quantificazione dell’assegno, la NASpI non può comunque superare i 1.335,40 euro mensili e si riduce poi del 3% al mese a partire dal quarto mese di fruizione.
La base di calcolo, ad ogni modo, è l’imponibile previdenziale degli ultimi 4 anni, divisa per le settimane di contribuzione e moltiplicata per un coefficiente.
Nel suo caso – se il suo rapporto di lavoro è durato più di quattro anni – credo che il calcolo dei sei mesi di aspettativa sia ininfluente, perché comunque lei prende l’indennità per due anni (periodo massimo) e nella misura massima.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz