APe Social e pensione precoci a quota 41 anche ai caregiver familiari che assistono familiari o affini (i parenti del coniuge) fino al secondo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap grave abbiano almeno 70 anni oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o ancora se sono deceduti o mancanti.
=> Legge di Bilancio e Pensioni, le novità 2018
In sintesi, sono ammessi al beneficio 2018 i caregiver che assistono: fratelli e sorelle, nipoti e nonni, suoceri, generi e nuore nonchè fratelli e sorelle del coniuge secondo i paletti indicati. Per il resto, l’attività di caregiver deve proseguire da almeno sei mesi nel momento in cui si presenta la domanda e la disabilità del parente di cui ci si prende cura deve essere certificata in base alla legge 104/92.
Restano inalterati gli altri requisiti, per cui hanno diritto a chiedere le prestazioni previdenziali i dipendenti pubblici e privati e i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata, mentre non è prevista questa possibilità per i professionisti iscritti alle casse privatizzate. Le altre caratteristiche che bisogna possedere:
- per l’APe sociale almeno 63 anni di età, 30 anni di contributi versati, al massimo 3 anni e sette mesi al raggiungimento della pensione;
- per la pensione anticipata precoci almeno 41 anni di contributi di cui uno versato prima del compimento del 19esimo anno di età.
Ricordiamo che l’APe sociale è un beneficio introdotto dalla manovra 2017 e previsto in via sperimentale fino alla fine del 2018, mentre la pensione anticipata precoci è una misura strutturale. In entrambi i casi, sono aperti i termini per presentare la domanda 2018, fino al 15 luglio per l’Ape sociale e fino al 28 febbraio per la pensione precoci.
=> APe sociale e Pensione precoci, domande 2018
L’ampliamento della platea dei caregiver non è l’unica novità prevista dalla legge di Bilancio 2018, che estende l’APe e la pensione precoci anche ai disoccupati a cui è scaduto il contratto a termine (esclusi dalla precedente formulazione), introduce nuove categorie di mansioni gravose ammesse (marittimi, pescatori, siderurgici, agricoltori), e rende più flessibili i paletti temporali. Bisogna avere svolto le mansioni gravose o per almeno sei anni nell’arco degli ultimi sette (requisito già previsto nel 2017), oppure per sette anni negli ultimi dieci».