Startup KI, leva economica del Paese

di Noemi Ricci

5 Dicembre 2017 09:38

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I dati del Booklet Startup dimostrano l'enorme potenziale delle startup ad alto livello di conoscenza, con la Lombardia che fa da apripista in Italia e si colloca ai livelli della Germania.

Fa registrare numeri interessanti e di tutto rilievo il fenomeno delle startup knowledge intensive (KI). A fotografare la situazione in Lombardia è il Booklet Startup, giunto alla sua seconda edizione e realizzato dal Centro Studi di Assolombarda in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano, che si è concentrato sulle startup nate dal 2007 al 2014 appartenenti ai settori ad alta intensità di conoscenza del manifatturiero, dei servizi, dell’arte, cultura e attività creative.

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Alvise Biffi, vicepresidente della Piccola Industria di Assolombarda, spiega:

“Monitorare le startup knowledge intensive significa occuparsi di innovazione e di nuove imprenditorialità del territorio, i temi cruciali su cui si giocherà la competizione globale” .

Nella regione le startup KI rappresentano il 13% delle nuove società di capitali del territorio contro il 10% del 2007, producono quasi 7 miliardi di fatturato (un terzo del totale italiano) e impiegano 72mila persone (un quarto del totale del Paese). Dati che dimostrano come il tessuto imprenditoriale lombardo si stia consolidando in chiave innovativa.

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Nel confronto con Baden-W rttemberg, Bayern, Catalu a e Rh ne-Alpes, le cinque regioni d’Europa a maggior vocazione produttiva che insieme rappresentano il 21% delle startup knowledge intensive dell’Europa 4 (Italia, Germania, Francia e Spagna), la sola Lombardia pesa il 4,1%. La regione vanta inoltre una percentuale di startup in linea con gli altri motori d’Europa con oltre 15mila startup knowledge intensive nate nel periodo analizzato, pari al 23,2% del totale nazionale, la percentuale più alta di tutte le regioni benchmark e al +14% rispetto al 2013.

Massimo Colombo, coordinatore della ricerca e docente di imprenditorialità e finanza imprenditoriale alla School of Management del Politecnico di Milano, precisa:

“I punti di forza dell’ecosistema imprenditoriale lombardo sono nei settori di elezione della regione: meccanica e manifattura IT, biotech e farmaceutica, arte, cultura e attivita’ creative. In tali settori, le start up lombarde crescono rapidamente come nel Baden-W rttemberg e nella Baviera”.

Alvise Biffi sottolinea però che “è necessario lavorare intensamente per far sì che le startup lombarde superino indenni il periodo iniziale e si rafforzino con il tempo, come accade per esempio nelle regione tedesche” perché il tasso di sopravvivenza, delle startup lombarde è inferiore all’80%, mentre in Bayern e Baden-W rttemberg arrivano quasi al 90%. Inoltre in Lombardia il 6,4% delle startup è a rischio chiusura al settimo anno di vita, con percentuali più alte nei primi anni di attività, a differenza di quelle tedesche che già dopo il terzo anno registrano un consolidamento e un rischio di chiusura prossimo allo 0% al settimo anno di vita.

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Startup tedesche e lombarde sono invece sullo stesso piano in termini di tasso di acquisizione, mentre Catalu a e Rh ne-Alpes risultano meno attrattive. Interessante notare che le startup delle “industrie basate sulla scienza”, che hanno un tasso di sopravvivenza particolarmente basso, sono quelle maggiormente acquisite, mentre quello dei “macchinari e strumenti specializzati” risulta il settore meno acquisito ma che sopravvive di più.