Dopo i chiarimenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze in occasione di un’interrogazione parlamentare sul calcolo della quota variabile della TARI, erroneamente calcolata da diversi Comuni italiani, con la circolare n.1/DF – Applicazione della tassa sui rifiuti (TARI) arrivano le indicazioni ufficiali del MEF.
Le istruzioni non riguardano solo il calcolo della tassa sui rifiuti (TARI) relativa alle utenze domestiche ma anche la modalità di richiesta di rimborso da parte dei contribuenti ai quali il Comune abbia moltiplicato la quota variabile per il numero di pertinenze invece di applicarla una sola volta considerando l’intera superficie dell’utenza, intesa come somma dei metri quadri dell’abitazione e delle relative pertinenze.
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Corretto calcolo TARI
Nella circolare si legge:
‘’Un diverso modus operandi da parte dei Comuni non troverebbe alcun supporto normativo, dal momento che condurrebbe a sommare tante volte la quota variabile quante sono le pertinenze, moltiplicando immotivatamente il numero degli occupanti dell’utenza domestica e facendo lievitare conseguentemente l’importo della TARI’’.
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Esempio di calcolo errato
=> Calcolo TARI su più utenze
Esempio di calcolo corretto
Rimborso TARI
I contribuenti che riscontrino un errato computo della parte variabile della tassa sui rifiuti effettuato dal Comune o dal soggetto gestore del servizio potrà chiedere il rimborso del relativo importo in ordine alle annualità a partire dal 2014, anno in cui la TARI è entrata in vigore, ed entro 5 anni (termine di prescrizione per le tasse locali).
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L’istanza, spiega il MEF, non richiede particolari formalità ma deve contenere tutti i dati necessari a identificare il contribuente, l’importo versato e quello di cui si chiede il rimborso nonché i dati identificativi della pertinenza che è stata computata erroneamente nel calcolo della TARI.
Non è invece possibile chiedere il rimborso relativamente alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU), governata da regole diverse da quelle della TARI, che non prevedevano, tranne in casi isolati, la ripartizione della stessa in quota fissa e variabile, o della tassa prevista al posto della TARI dai Comuni che hanno realizzato sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico.
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