Scrivo in merito alle quote addebitatemi dal comune per un’abitazione di 120 mq nel suo territorio. Ne sono la proprietaria ma sono iscritta all’AIRE e pertanto trascorro la maggior parte dell’anno all’estero. Ora, da qualche anno mi sono accorta che le bollette sono aumentate notevolmente, nettamente superiori ad altre abitazioni di residenti. Ho contattato il Comune che mi ha spiegato di adottare un metodo di calcolo diverso per non residenti, con una stima di chi abita nella casa e che nel mio caso specifico si suppone che vi vivano 5-6 persone. Faccio notare che sono l’unica persona che in realtà abita la casa in periodi ristretti dell’anno.
Ora la sentenza del Consiglio di Stato dichiara illegittima l’applicazione di quote maggiori per non residenti, ma il responsabile del Comune mi fa notare che non è applicabile al mio caso in quanto loro non applicano un’aliquota maggiore, solo un calcolo diverso. Resta il fatto che, come ha fatto notare il Consiglio di Stato, è ingiusto che io come persona singola non residente paghi 2-3 volte di più di una persona residente.
Ho qualche speranza di poter chiedere un rimborso?
La sentenza del Consiglio di Stato (4223/ 2017), a cui fa riferimento applicandola alla TARI, sottolinea che:
la discrezionalità tecnica amministrativa nell’individuazione delle aliquote fiscali» si deve uniformare a un criterio di proporzionalità, e ritiene di conseguenza non legittimo un criterio di determinazione che risulti, allatto pratico e a priori, più gravoso per le abitazioni dei non residenti rispetto a quelle di coloro che dimorano abitualmente nel Comune in questione.
Non mi pare ci si possa soffermare particolarmente sul termine “aliquota”, mentre direi che la ratio della sentenza sia chiaramente quella di ritenere illegittima una distinzione fra residenti e non residenti che penalizzi arbitrariamente i secondi. Il problema è che la sentenza in questione riguarda il singolo caso di un Comune (nello specifico, Jesolo) e fra l’altro si riferisce alla vecchia TIA, non alla TARI. Non comporta un automatismo in base al quale tutte le delibere comunali si debbano uniformare a un particolare criterio.
L’apposito provvedimento del Ministero del Tesoro ha risposto alle molte segnalazioni di irregolare calcolo della TARI nei Comuni, offrendo una sorta di interpretazione autentica sul potere discrezionale degli enti locali nel mettere a punto le delibere. Le polemiche non riguardano la differenziazione fra residenti e non residenti ma l’applicazione della parte variabile anche alle pertinenze.
=> Rimborso TARI dal Comune, le istruzioni
Credo che la strada da percorrere sia quella di impugnare la delibera del suo Comune presso il tribunale amministrativo regionale. In una sede giudiziaria, il precedente rappresentato dalla sentenza del Consiglio di Stato ha senz’altro un notevole peso.
=> Calcolo TARI seconda casa: determinazione componenti
Fra l’altro, le normative europee (richiamate nella legge istituiva della TARI, 147/2013), fanno esplicito riferimento al principio “chi inquina paga”, che mi pare venga disatteso nel caso in cui un Comune preveda criteri penalizzanti per chi, invece, produce meno rifiuti.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz