Il metodo Critical Chain – 4

di Andrea Bressan

Pubblicato 12 Settembre 2007
Aggiornato 13 Gennaio 2012 15:30

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La teoria di Eliyahu Goldratt per un approccio più snello alla gestione dei progetti, che ottimizzi i tempi tenendo conto delle falle tipiche dei metodi tradizionali

Struttura del progetto

Un altro elemento che può compromettere la “sicurezza nascosta” è insito nella struttura della programmazione. Nel momento in cui un’attività ha più predecessori (figura 3), il ritardo di uno solo di essi causerà il ritardo dell’attività successore. La conclusione anticipata di un unico predecessore, al contrario, non si propagherà affatto e rimarrà confinato alla sola attività conclusa in anticipo. Il tempo risparmiato, dunque, verrà sprecato.

Figura 3. Predecessori

Predecessori

Inoltre, a causa della programmazione per date certe, anche se tutti i predecessori finissero prima l’avvio anticipato dell’attività successore è improbabile. La risorsa assegnata a quest’ultima, infatti, potrebbe non essere disponibile ad avviare i lavori in quel dato momento. Il tempo guadagnato su un’attività, quindi, potrà essere difficilmente utilizzato per compensare i ritardi di progetto.

IL metodo Critical Chain

Per ovviare a tutti gli inconvenienti riscontrati nelle prassi delle programmazioni tipiche, Goldratt propone un insieme di tecniche per meglio gestire la pianificazione e il controllo di un progetto:

  1. Tagliare le stime altamente probabili sulla durata delle attività prediligendo valutazioni medie
  2. Programmare all’indietro a partire dalla data di fine del progetto, questo dovrebbe assicurare l’inizio dei lavori solo quando è necessario iniziarli.
  3. Recuperare il margine escluso dalle stime disponendo degli ammortizzatori complessivi (buffer) nel piano di progetto.
  4. Utilizzare il consumo dei buffer per controllare l’andamento del piano.

Riduzione delle durate

Se inglobare il margine di sicurezza nella durata delle attività mette in serio pericolo la puntualità del progetto, occorre modificare questa prassi effettuando un cambiamento culturale nei processi di stima. Secondo Goldratt, è necessario modificare la tendenza a utilizzare valutazioni “sicure” in favore di un approccio probabilistico, ossia effettuare delle stime che abbiano solo il 50% di successo.

Eventualmente, di fronte a stime altamente probabili, è possibile applicare un taglio proprio al loro 50%. Questo metodo, che Goldratt raccomanda, deve essere inteso dalle risorse come un nuovo modo di operare che non intende ignorare i rischi. Infatti, la protezione tagliata dalle diverse attività verrà aggregata e strategicamente inserita come “ammortizzatore” per più attività e per l’intero progetto.