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Manovra 2018, le misure sparite

di Barbara Weisz

Pubblicato 23 Ottobre 2017
Aggiornato 24 Ottobre 2017 14:42

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Bollo sulle polizze vita, IRI, sconto assicurazioni calamità naturale, detrazioni: le bozze della manovra 2018 con tutte le misure attese e poi sparite o con le novità dell'ultima ora.

Come succede da qualche anno, la Legge di Bilancio viene corretta in corso dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri, aggirando di fatto il termine del 15 ottobre previsto per l’approvazione del testo da parte del Governo. La formula del salvo intese consente appunto di inserire modifiche, e anche quest’anno assistiamo a un balletto di norme che vengono introdotte all’ultimo minuto o che, viceversa spariscono dalle bozze. Le certezze, è quasi inutile ribadirlo, si hanno quando finalmente il testo approda in Parlamento. Vediamo quali sono i provvedimenti protagonisti di queste modifiche dell’ultimo minuto.

=> Manovra 2018: lavoro, imprese, pensioni

Giallo su una mini patrimoniale polizze vita, prima inserita e poi sparita dalle bozze: si tratta di un’imposta di bollo al 2 per mille sulle comunicazioni relative alle polizze vita rivalutabili a capitale garantito. Sempre per quanto riguarda le assicurazioni, sconto del 22% per chi assicura gli immobili contro le calamità naturali. Estesa la sospensione degli adempimenti fiscali prevista per le ZFU ai Comuni di Ischia colpiti dal terremoto del 21 agosto ( Casamicciola Terme e Lacco Ameno).

=> Sisma, proroga contributi sospesi

Incertezza anche sulla stabilizzazione della cedolare secca al 10% sugli affitti a canone concordato, che secondo il presidente di Confedilizia,  Giorgio Spaziani Testa, è sparita dalle bozze dopo essere stata prevista dalla manovra.

Sotto i riflettori il rinvio al 2018 dell’IRI (imposta reddito imprenditoriale) con aliquota al 24% (equiparata dunque all’IRES): la misura, prevista dalla manovra economica dello scorso anno, sarebbe destinata a slittare al 2019 (cioè, invece che al periodo d’imposta 2017 sarebbe applicabile dal periodo d’imposta 2018). Lo segnalano le sigle sindacali dei commercialisti, secondo i quali:

«gli effetti finanziari di questo rinvio sono pari allo 0,112% del PIL nel 2018, quindi circa 2 miliardi di euro di entrate in più nel 2018 che il Governo ricava dal rinvio dell’entrata in vigore di questa flat tax sulle imprese. Il tutto in spregio agli oltre 4 milioni di imprese interessate che, insieme ai commercialisti, avevano pianificato il necessario cambio di regime contabile e reimpostato il tax planning, nonché nuovamente violando apertamente i principi dello Statuto dei Diritti del Contribuente».

Con un comunicato congiunto, ADC (associazione dottori commercialisti), AIDC (Associazione Italiana Dottori Commercialisti), ANC (Associazione Nazionale Commercialisti), ANDOC (Associazione Nazionale Dottori Commercialisti), UNAGRACO (Unione Nazionale Commercialisti ed Esperti Contabili), UNGDCEC, Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, UNICO (Unione Italiana Commercialisti), ritengono che non si possa cambiare in corsa la norma per ragioni di cassa, in considerazione del fatto che l’applicazione a partire dal periodo d’imposta 2017, prevista dalla manovra dell’anno scorso:

«ha già condizionato le scelte di molte imprese portandole a non pagare gli acconti oppure a rinunciare alla trasformazione delle società personali in società di capitali».

Fra l’altro, aggiungono i commercialisti, l’intervento sarebbe di fatto retroattivo, in contrasto con lo Statuto dei Diritti del Contribuente, e comunque rischia di vanificare:

«l’obiettivo dichiarato della capitalizzazione delle PMI».

=> IRI per imprese individuali e srl

Buone notizie invece sul fronte delle detrazioni fiscali: oltre all’introduzione della nuova agevolazione al 36% su terrazzi e giardini, e alla proroga dei bonus ristrutturazioni e riqualificazione energetica (quest’ultimo, con qualche rimodulazione), viene prorogato al 2018 anche il bonus mobili (detrazione al 50%, per una spesa fino a 10mila euro, sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati a immobili oggetto di ristrutturazione).

Detrazione al 19% per gli abbonamenti al trasporto pubblico locale, fino a un tetto di 250 euro l’anno. E c’è una novità che riguarda anche i datori di lavoro: i buoni per i mezzi pubblici (TPL) non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente (come i buoni pasto).

Confermato l’impianto fondamentale della manovra 2018, con il pacchetto lavoro (sconti contributivi assunzione giovani), le nuove misure Industria 4.0 (superammortamento al 130%, proroga iperammortamento al 250%, nuovo credito d’imposta su investimenti in formazione), la Riforma Pensioni (esteso l’Ape sociale a chi perde il lavoro per scadenza del contratto a termine, sconti contributivi per lavoratrici madri).