Dopo l’obbligo di fatturazione elettronica per i fornitori delle Pubbliche Amministrazioni e l’opzione del ricorso alla fattura digitale tra privati, con le relative agevolazioni fiscali, la e-fattura dovrebbe diventare da facoltativa a obbligatoria già dal prossimo anno. Nel comunicato stampa pubblicato dal Governo, a margine dell’approvazione della manovra di bilancio 2018, si legge:
“Si potenzia, infine, il contrasto all’evasione fiscale, con l’implementazione di misure già sperimentate, come la fatturazione elettronica e lo split payment (la cui estensione è prevista del decreto fiscale già approvato dal Consiglio dei ministri).
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Tuttavia, con riferimento alla fatturazione elettronica B2B non ci sono indicazioni nel testo del Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2018 (Decreto n. 148/2017) pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La misura dovrebbe invece essere contenuta nella manovra finanziaria 2018: in pratica il Governo rimanda per lo meno al 2019 l’obbligo di fatturazione elettronica obbligatoria anche nel B2B, con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale e le frodi IVA.
La nuova misura dovrebbe scattare già dal 2018 per alcuni soggetti, per poi essere scaglionata ed entrare gradualmente in vigore per tutti i soggetti obbligati a partire dal 2019. Secondo le anticipazioni si dovrebbe partire dal 1° luglio 2018 per cessioni di benzina o gasolio per motori e per le prestazioni di subappaltatori nel quadro di un contratto di appalti pubblici, per proseguire dal 1° gennaio 2019 con l’estensione a tutte le operazioni B2B.
Come già avviene per le fatture elettroniche verso la PA, anche quelle tra privati viaggeranno attraverso il sistema di interscambio SDI, canale utilizzato anche per la trasmissione dei dati delle comunicazioni delle liquidazioni IVA e quelli per lo Spesometro.
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Tra le altre novità importati in materia di IVA previste dalla prossima Legge di Stabilità la sterilizzazione totale delle clausole di salvaguardia, ovvero il blocco dell’aumento delle aliquote IVA e delle accise, per un totale di 15,7 miliardi di euro. Per quanto riguarda lo split payment verrà ulteriormente esteso, facendovi rientrare gli enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, le fondazioni partecipate da Amministrazioni Pubbliche, le società controllate direttamente o indirettamente da qualsiasi tipo di PA e quelle partecipate per una quota non inferiore al 70% da qualsiasi PA o società assoggettata allo split payment.