Sanzioni POS, importo ed esenzioni

di Barbara Weisz

13 Settembre 2017 14:49

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Decreto sanzioni POS per commercianti e professionisti, per rendere operativo l'obbligo di legge sui pagamenti elettronici, atteso entro settembre: anticipazioni e dibattito.

Si attende ancora il decreto per far partire le sanzioni per chi viola l’obbligo di accettare pagamenti digitali, utilizzando il POS (commercianti, esercenti, professionisti). prevedendo apposite sanzioni. Il viceministro all’Economia, Luigi Casero, aveva annunciato il provvedimento entro settembre ma per il momento non ci sono novità.

Obblighi

Introdotto dal dl 179/2012 (articolo 15) e modificato dalla Legge di Stabilità 2016, prevede una soglia minima per il pagamento elettronico di 5 euro. L’obbligo per i negozi, le attività commerciali e gli studi professionali di accettare pagamenti con carte di credito e bancomat, dunque, per ora rimane solo sulla carta.

Finalizzato a tracciare i pagamenti, imporre lo scontrino fiscale e ridurre quindi i casi di evasione, l’obbligo di accettare pagamenti elettronici implica la necessità di installare il POS tradizionale, ma di fatto questo resta lo strumento primario per adeguarsi alla norma. La reticenza dei commercianti è dovuta agli alti costi di gestione e alle commissioni sui pagamenti con carta.

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Sanzioni

In base alla norma, l’obbligo doveva scattare dal primo febbraio 2016. Ma è necessario un decreto applicativo dello Sviluppo Economico, di concerto con l’Economia, per disciplinare modalità, termini, e importo delle sanzioni. E qui sta il punto: al momento c’è una legge in vigore che impone l’obbligo d POS ma non sono ancora previste sanzioni, per cui non si si rischia nulla.

La legge prevede che la dotazione minima sia il POS, che accetti le carte di debito, mentre non c’è un obbligo specifico per le carte di credito. Il decreto ministeriale che fisserà le sanzioni, si legge nel testo della legge, potrà eventualmente anche prevedere

«l’estensione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili».

Pagamenti elettronici

L’obbligo di accettare pagamenti elettronici mira anche a stimolare il mercato dei pagamenti elettronici, in linea con i regolamenti UE e in programma nell’Agenda Digitale italiana.

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Pro e contro

L’introduzione del POS obbligatorio suscita però un vivo dibattito fra le categorie interessate (fondamentalmente commercianti e professionisti). Ad esempio, è molto critico Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio:

«In Italia sono già installati due milioni di POS, più che in Francia e in Germania. E l’ipotesi di multare i negozi e le imprese che non si dotano di questo strumento – cosa che peraltro non è prevista in nessun altro Paese europeo – sinceramente ci sembra un atteggiamento persecutorio che non serve certo a favorire la diffusione della moneta elettronica. Confidiamo, quindi, che ci siano i margini per ripensare un provvedimento del genere».

Una posizione tendenzialmente condivisa dalle associazioni imprenditoriali, che puntano il dito in particolare contro i costi, elevati, legati all’utilizzo del POS: fino a 6mila 300 euro annui complessivi, con un trend in crescita delle commissioni (+ 19%) e dei costi totali (+40%) da quando è in vigore la norma.

Dall’altra parte (es.: Codacons), si critica la soglia minima delle sanzioni previste: 30 euro. Davvero poco come deterrente per un potenziale “evasore seriale” e come stimolo ad una vera e duratura compliance.

Un altro punto critico è quello sottolineato dal coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre, Paolo Zabeo.

“Il POS non sia obbligatorio per tutte le categorie artigiane. Con l’introduzione delle sanzioni, milioni di attività che lavorano esclusivamente  per altre aziende o per la Pubblica amministrazione saranno obbligate a dotarsi del POS e a sostenere dei costi del tutto inutili. Si pensi agli autotrasportatori, alle imprese di costruzioni che lavorano per il pubblico, alle aziende metalmeccaniche, a quelle tessili, a quelle dell’abbigliamento e della calzatura che lavorano in subfornitura,  alle imprese di pulizia che prestano servizio presso le aziende private o gli enti pubblici e ai commercianti all’ingrosso. Tutte attività che nella prassi quotidiana ricevono già adesso pagamenti tracciabili. In questi casi l’obbligo del POS avvantaggerebbe solo le banche”.