Oltre all’APe Volontaria, c’è un’altra misura della fase uno della Riforma Pensioni che ancora non riesce a decollare: il cumulo gratuito dei contributi per chi ha versamenti in una cassa privata professionale. Mancano infatti i provvedimenti attuativi. In corso al Ministero del Lavoro c’è un negoziato, al quale partecipano gli enti previdenziali coinvolti, per risolvere una serie di questioni che impediscono il via libera alla misura. C’è fondamentalmente un problema di sostenibilità per le casse dei Professionisti, perché la nuova normativa potrebbe obbligarle a pagare prestazioni prima di quanto non prevedano i rispettivi ordinamenti.
Una delle strade percorribile: i contributi versati in più gestioni, fra cui un ente privato dei professionisti, valgono per il raggiungimento del diritto alla pensione anticipata ma non per il calcolo dell’assegno. Traduzione: le casse applicano la legge e consentono di andare in pensione gli iscritti, senza però erogare prestazioni non previste dalle proprie regole. In pratica, le casse professionali non pagherebbero prestazioni se non al raggiungimento dei requisiti previsto dal proprio ordinamento.
=> Cumulo contributi pensioni: regole per professionisti
Esempio: un lavoratore esce con il cumulo sommando 35 anni di contributi INPS e otto anni di contributi in un istituto previdenziale di categoria. Può andare in pensione, perché il cumulo gli consente di raggiungere il requisito necessario per la pensione anticipata (42 anni e dieci mesi per gli uomini, 41 anni e dieci mesi per le donne). Ma l’assegno sarà calcolato solo sui 35 anni di contributi INPS, quelli della cassa professionale concorreranno solo nel momento in cui il lavoratore maturerà il requisito per la pensione di vecchiaia previsto dalla cassa.
Se invece lo stesso lavoratore utilizza il cumulo per andare in pensione di vecchiaia (la regola prevede che sia quello più alto previsto dalle casse previdenziali nelle quali sono stati versati i contributi), allora gli verranno pagate immediatamente sia la quota INPS sia quella della cassa privata.
Come si vede, la situazione è complessa, il problema è il coordinamento fra istituti previdenziali che hanno regole diverse sia in materia di raggiungimento dei requisiti per andare in pensione sia in materia di calcolo degli assegni. Le regole definitive per il cumulo contributi professionisti, quando saranno messe a punto, verranno definite con una circolare attuativa INPS.
=> Cumulo contributi pensione: istruzioni INPS
Nel frattempo, lo ricordiamo, il cumulo contributi introdotto dalla Legge di Stabilità 2017 (comma 195 legge 232/2016) è attivo solo per coloro che hanno versato in gestioni diverse INPS. Il documento di prassi di riferimento è la circolare 60/2017. In pratica, la manovra ha reso il cumulo gratuito dei contributi utilizzabile anche per raggiungere la pensione anticipata (prima, era limitato alla pensione di vecchiaia), e lo ha esteso ai professionisti iscritti alle casse private. La facoltà di cumulo è esercitabile anche per la pensione di inabilità, dai superstiti per la pensione indiretta.
Per coloro che avevano in corso pratiche di totalizzazione o di ricongiunzione onerosa, è prevista la possibilità di recesso per scegliere invece il cumulo gratuito, con una serie di paletti e regole fissate dalla stessa manovra e dai provvedimenti attuativi INPS.