Dopo l’approvazione della legge sullo smart working diverse grandi aziende hanno avviato la sperimentazione di questa nuova modalità di lavoro. È il caso di TIM, di ENEL, delle Ferrovie dello Stato, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e di SIEMENS. Si tratta di esempi replicabili anche in aziende di dimensioni minori.
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I risultati emersi e la volontà di rendere stabile questo tipo di accordo con i lavoratori dimostra come il timore spesso paventato delle aziende di avere dipendenti che lavorano meno della media, concedendo loro una maggiore flessibilità in termini di orari e sede di lavoro, non ha fondamenti. Anzi, spesso si è dimostrato il contrario: i dipendenti sono più soddisfatti, gestiscono meglio il proprio tempo, anche a livello familiare, e questo ha ripercussioni positive anche sulla produttività.
TIM
In TIM la sperimentazione è terminata a marzo e, a fronte dei risultati ottenuti, l’azienda ha deciso di rilanciare lo smart working firmando con Fistel, Uilcom e Ugl Tlc un nuovo accordo per l’adesione volontaria al lavoro agile per 12mila dipendenti. Un accordo sindacale che sarà replicabile anche nelle altre società del Gruppo. In realtà la Slc e gli autonomi non hanno firmato e dunque non è stata raggiunta la maggioranza, ma sembra che TIM si impegnerà comunque ad applicare quanto stabilito nell’accordo, mettendo tutto per iscritto nelle lettere che arriveranno ai lavoratori “smart”.
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Circa 12mila lavoratori di TIM potranno dunque aderire volontariamente al lavoro agile dal 1° settembre 2017 al 31 dicembre 2018, andando così a migliorare la gestione del proprio tempo tra vita personale e lavorativa, con benefici anche per la produttività aziendale che verrà valutata da un sistema di verifiche trimestrali a livello nazionale e con puntuale e periodica informativa anche alle strutture sindacali territoriali-Rsu.
ENEL
Anche ENEL, al termine di un periodo di sperimentazione con risultati più che positivi, ha sottoscritto un nuovo accordo che regola lo smart working, per consentire ai 7mila dipendenti coinvolti su base volontaria di lavorare un giorno alla settimana in un luogo diverso dalla propria sede di lavoro.
FS
Ferrovie dello Stato ha siglato di recente un accordo sindacale per avviare un periodo di sperimentazione del lavoro agile nel Gruppo FS Italiane a partire dal 1° settembre 2017 per 6 mesi durante i quali i lavoratori coinvolti potranno svolgere la propria attività con modalità flessibili sia rispetto ai tempi che al luogo di lavoro.
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MEF
E anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha aperto dallo scorso 10 luglio al lavoro agile, coinvolgendo circa 200 dipendenti delle sedi centrali del MEF, compresi funzionari e dirigenti. Si tratta di un progetto pilota biennale per la sperimentazione di questa nuova modalità di svolgimento della prestazione lavorativa prevista dalla legge delega sulla riforma della pubblica amministrazione (articolo 14 della legge n.124/2015 ) e ora disciplinata in questa fase di rodaggio dalla direttiva n.3/2017 della Presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento della Funzione pubblica.
SIEMENS
In SIEMENS, invece, lo smart working è ormai diventato una realtà da diversi anni: partito come progetto pilota nel 2011 coinvolgendo prima i collaboratori delle funzioni centrali ha poi coinvolto anche le divisioni di business, dalla sede centrale di Milano fino alle filiali sparse sul territorio. Un modello diventato ormai stabile per l’azienda tanto che nel 2015 si è aggiudicata lo “Smart Working Award”, il premio istituito dall’Osservatorio del Politecnico per accelerare la diffusione di nuovi modelli di lavoro.