Secondo la legge di Moore, la potenza dei processori tende a raddoppiare ogni 18 mesi. Fino a qualche tempo fa, nel rispetto di tale principio l’evoluzione ha seguito la strada della ‘miniaturizzazione’, vale a dire la capacità di aumentare la densità dei transistor, sul singolo processore.
Questa strada però, non può durare all’infinito. Per quanto avanzata possa essere, l’evoluzione tecnologica prima o poi arriva necessariamente a scontrarsi con i limiti fisici della materia. Il processo di miniaturizzazione inoltre, provoca come effetto collaterale un aumento nella temperatura del microprocessore, determinando l’esigenza di dissipare il calore attraverso radiatori, ventole e a volte persino sistemi a liquido sempre più sofisticati.
Nel corso del 2006, con il debutto della tecnologia multi-core, Intel ha raccolto i primi frutti del suo impegno verso soluzioni alternative. In pratica, più che la strada della miniaturizzazione, si segue ora quella del multiprocessing, vale a dire la possibilità di utilizzare più ‘cervelli’ all’interno di uno stesso processore. La scorsa primavera hanno così visto la luce i primi server equipaggiati con processori dual-core di Intel, seguita da modelli di pari categoria di AMD.
I risultati incoraggianti hanno indotto Intel a presentare a novembre il modello più evoluto, il quad-core, in pratica quattro unità di calcolo all’interno di un’unica CPU. Il favore incontrato da queste nuove soluzioni non è dovuto solamente al considerevole aumento di potenza (Intel dichiara prestazioni superiori fino all’80% rispetto al dual-core), ma anche ai ridotti consumi energetici e, di conseguenza, al minor calore da dissipare.
Le varie tipologie di benchmark effettuate sui primi modelli in commercio hanno dimostrato la validità della strategia adottata da Intel. La stessa AMD, d’altra parte, ha annunciato per i prossimi mesi la commercializzazione di un modello quad-core.
Nel frattempo però, i produttori di hardware non hanno perso tempo, al punto che sono già diversi i modelli presenti sul mercato a sfruttare le potenzialità della tecnologia quad-core. Non sempre inoltre, si tratta, come si potrebbe pensare, di server destinati alla fascia alta del mercato. Anche nel mondo delle PMI la possibilità di sfruttare un server quad-core è già realtà.
Dell
In primo piano, per numero di modelli disponibili, Dell. Il produttore americano fa da sempre della varietà e versatilità dei propri server uno dei punti di forza della propria campagna e all’interno della serie PowerEdge esistono diverse possibilità di scelta.
A partire dalle versioni di fascia più bassa, PowerEdge 840 è indicato come server di base, soprattutto per uffici remoti o comunque per le realtà di minori dimensioni. Facilità di configurazione, utilizzo e manutenzione sono tra i motivi principali che dovrebbero favorirne la scelta per la gestione di posta elettronica, condivisione file e stampanti e gestione di piccoli database all’interno di gruppi di lavoro di dimensioni contenute.
Per chi invece è alla ricerca di una maggiore flessibilità, Dell propone il modello 1900, con la possibilità di utilizzare fino a due processori Xeon 5300 quad-core e un Front Side Bus (FSB) da 1.333 MHz.
Figura 1: Dell 1900
Destinato a chi non è disposto a correre troppi rischi, il PowerEdge 2900 utilizza la stessa CPU del 1900 e si candida alla gestione di ambienti di una certa complessità, grazie alla possibilità di effettuare interventi di manutenzione senza spegnere la macchina.
Come per altri produttori, al fine di sfruttare meglio le potenzialità dei processori quad-core, anche Dell utilizza spesso nelle sue configurazioni dischi fissi con tecnologia SAS (Serial-Attached SCSI), la versione SCSI di ultima generazione che offre velocità più elevata e migliore affidabilità
Nell’ambito dell’offerta rivolta alle PMI, l’azienda include anche due versioni di server rack, i PowerEdge 860 e 2950. Il primo, con chassis di altezza 1U utilizza un processore Xeon 3200 Quad-Core, mentre il secondo ha spazio per due CPU Xeon 5300 Quad-Core e fino a sei dischi fissi in uno chassis 2U.
HP
Altrettanto articolata l’offerta HP. Presente in tutte e tre le tipologie di server, tower, rack e blade, la società lascia ampia flessibilità all’utente nell’assemblaggio della propria macchina. All’interno della ricca serie ProLiant infatti, numerose versioni consentono di scegliere tra le due opzioni di processori Intel Xeon quad-core: il 5310 da 1,60 GHz e il 5320 da 1,86 GHz. In versione tower, l’opzione è disponibile sui modelli ML150G3 ed ML350G5 differenziati tra l’altro per la dotazione di memoria. Più indicato come modello entry-level il primo, che vanta comunque una larga flessibilità lasciando ampio spazio ad aggiornamenti, mentre il secondo è più adatto a reti di una certa dimensione dove la disponibilità comincia ricoprire un ruolo non trascurabile.
Due versioni del modello DL140, entrambe con hard disk SATA, sono disponibili in versione rack con dimensione 1U e vengono indicate come soluzioni ideali per le piccole e medie imprese che manifestano l’esigenza di poter contare sulle prestazioni nel suo complesso, senza un’applicazione più rilevante delle altre.
Figura 2: HP DL140
Per chi punta alla tecnologia blade infine, la linea ProLiant propone due modelli, in entrambi i casi con scelta della CPU tra le opzioni a 1,60 GHZ e 1,86 GHZ. Il modello BL20pG4 in particolare, può risultare interessante per le aziende di minori dimensioni, ma con forti prospettive di crescita nel breve-medio periodo.
IBM
La risposta IBM è affidata alla xSeries, dove tra i numerosi modelli che propongono i nuovi processori quad-core di Intel e destinati in prevalenza alle grandi aziende, almeno un paio possono suscitare l’interesse del mondo PMI.
Figura 3: IBM SystemX 3400
Se infatti non è ancora prevista un’offerta specifica all’interno della categoria xSeries Express, pensata per offrire una gamma di server a prezzi convenienti per le piccole imprese, la serie x3000 prevede due configurazioni tower basate sul nuovo Xeon. System x3400 viene presentata come soluzione a basso costo per aziende o filiali in fase di crescita, che devono poter contare su una disponibilità costante e su applicazioni mission-critical. I server sono concepiti in modo tale da poterli configurare in base alle esigenze dell’azienda, dalle funzioni base di file server e server di stampa agli application server più affidabili. Particolare enfasi inoltre, viene posta sulla flessibilità, con ampie possibilità di evoluzione della macchina.
Destinato invece a chi sente maggiori esigenze in fatto di potenza di calcolo, il modello superiore, l’xSeries 3500, pensato per ambienti più estesi. Può però rivelarsi utile anche in contesti limitati ma con forti esigenze di affidabilità o interessati alla realizzazione di un’infrastruttura di virtualizzazione dei server.
Altri produttori
Davanti all’intraprendenza dei principali nomi del settore, gli altri non hanno intenzione di stare a guardare. Fujitsu-Siemens per esempio, ha presentato a novembre cinque modelli di server (due in configurazione tower, due blade e uno rack) che utilizzano lo Xeon quad-core. Tra questi, sono soprattutto le versioni tower a risultare interessanti in ambito PMI. Tutti collocati all’interno della serie Primergy, i modelli TX200 e TX300, a differenza della fascia entry-level TX150 che per il momento rimane esclusa dall’upgrade, si propongono per aziende dove i carichi di lavoro cominciano ad avere un certo peso ed eventuali cali di prestazioni possono avere importanti ripercussioni sulla produttività. Il TX200 S3, in particolare, fa leva sulla flessibilità e sulla versatilità, forte di una capacità massima di 16 GB di memoria RAM e 6 alloggiamenti per hard disk SCSI, SAS o SATA.
Per chi punta invece alla continuità del servizio invece, Primergy TX300 S3 aggiunge la funzionalità hot-plug, vale a dire la possibilità di intervenire sul server senza doverlo spegnere.
Figura 4: Primergy TX300 S3
Anche Maxdata guarda al mondo quad-core. Nonostante l’azienda tedesca ritenga per il momento questo tipo di offerta idonea alla fascia alta di mercato, dei due modelli sinora presentati, il Platinium 2200 IM6, disponibile solo in versione rack, può rientrare tra gli obiettivi delle piccole e medie imprese alla ricerca di maggiori prestazioni. Le informazioni in merito non sono ancora esaurienti, ma da quanto emerso sinora, sembra che Maxdata abbia deciso di impiegare i nuovi processori in combinazione con le tecnologie più recenti, come per esempio i dischi SAS, in grado di sfruttarne al meglio le qualità.