Vivo per strada in un camper non potendo pagare l’affitto, ho 64 anni, disoccupato da 4 (iscritto all’Ufficio di Collocamento) con 32 anni e 9 mesi di contributi. L’ultimo lavoro svolto fino al 30.06.2013 a tempo determinato. Dopo l’ASpI, niente più. Sono andato a un Patronato per fare la domanda di APE SOCIAL ma mi è stato detto che l’INPS non accetterebbe la mia domanda in quanto mancante della lettera di licenziamento.
Il punto non è che le manca la lettera di licenziamento, quanto che i disoccupati per scadenza di un contratto a termine non hanno diritto all’APe social. È stato uno dei punti più dibattuti della legge, nel corso della trattativa governo sindacati, ma alla fine la richiesta di estendere l’indennità anche ai disoccupati per scadenza di contratto a termine non è stata accolta.
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Lei potrebbe forse tentare una strada diversa, anche se difficile (soprattutto in considerazione del fatto che è passato molto tempo): mi pare di capire che non le è stato pagato l’ultimo stipendio. Il mancato pagamento può essere motivo di dimissioni per giusta causa. Magari chieda a un sindacato se è possibile, anche a distanza di anni, far valere questa circostanza, magari avviando un’azione legale nei confronti dell’impresa. Forse, in questo modo potrebbe cambiare la ragione della fine del suo rapporto di lavoro, che non sarebbe più per scadenza di contratto a termine ma per dimissioni per giusta causa. In questo caso, avrebbe diritto all’APe social.
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Altrimenti, può aspettare che escano i decreti attuativi per l’APe volontario, a cui lei ha certamente diritto: come probabilmente sa, percepirebbe un trattamento, calcolato sulla base della pensione da lei maturata, che la accompagnerebbe alla maturazione della pensinoe di vecchiaia. A quel punto, dall’assegno previdenziale vero e proprio le verrebbero trattenute delle rate, per 20 anni, con le quali restuirebbe l’indennità. In pratica, la fondamentale differenza fra APe volontaria e APe social è che quest’ultima è a carico dello stato, mentre l’Ape volontaria è un anticipo sulla pensione (fra l’altro, finanziato dal sistema bancario), che poi va quindi restituito. I requisiti che bisogna avere sono: almeno 63 anni di età, 20 anni di contributi versati, al massimo 3 anni e 7 mesi dalla maturazione della pensione di vecchiaia, e un assegno previdenziale maturato pari ad almeno 1,4 volte il minimo (significa circa 700 euro lordi al mese).
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz