Teoricamente, gli autonomi non possono fare domanda di APE Sociale ma in pratica anche questi lavoratori hanno diritto all’indennità ponte,purché siano caregiver o disabili. Restano invece esclusi disoccupati e addetti a mansioni gravose. Il testo della legge non esplicita questa regola, che però emerge implicitamente dai documenti di prassi INPS: la circolare applicativa n.100 specifica che hanno diritto all’APE Sociale i lavoratori residenti in Italia iscritti a all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, alle Gestioni speciali dei lavoratori autonomi nonché alla Gestione separata di cui all‘articolo 2, comma 26, della legge 335/1995.
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Requisiti APe Sociale
Gli altri requisiti per l’APe Sociale, a prescindere dalla cassa previdenziale, sono l’età minima di 63 anni e l’appartenenza a una delle quattro categorie elencate nel comma 179 della Legge di Bilancio 2017 (legge 232/2016). E qui sta il punto: due di queste categorie, ovvero lavoratori disoccupati e addetti a mansioni gravose, comprendono solo i lavoratori dipendenti.
- Disoccupati: devono aver perso il lavoro involontariamente, quindi per licenziamento, anche collettivo, dimissioni giusta causa, procedure di conciliazione prevista dall’articolo 7 della legge 604/1966. E devono aver terminato di percepire da almeno tre mesi l’indennità di disoccupazione prevista per la specifica situazione. Si tratta, evidentemente, di regole che escludono i lavoratori autonomi. Sono invece compresi i lavoratori parasubordinati (che devono aver perso involontariamente il lavoro e devono aver terminato di percepire la Dis-Coll);
- Addetti a mansioni gravose: sono lavoratori che svolgono una delle professioni indicate nell’allegato C della Legge di Stabilità, e sono sempre lavoratori dipendenti (lo prevede, esplicitamente, il comma 179). Questo esclude non solo gli autonomi, ma anche i lavoratori parasubordinati.
=> APe Sociale: tutti i requisiti
Le altre due categorie di aventi diritto all’APe sociale, invece, non escludono i lavoratori autonomi.
APe Sociale Autonomi
I caregiver devono assistere al momento della richiesta e da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave, nonché avere un’anzianità contributiva di almeno 30 anni. Per presentare domanda, devono allegare gli estremi del verbale rilasciato dalla Commissione medica che ha riconosciuto l’handicap grave e allegare il relativo documento. Nessuna di queste regole esclude i lavoratori autonomi, che quindi possono chiedere l’APe Sociale se hanno il requisito contributo richiesto (30 anni).
I disabili devono avere una riduzione della capacità lavorativa uguale o superiore al 74%, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile. Anche qui, al momento di presentazione della domanda devono indicare gli estremi del verbale rilasciato dalle commissioni sanitarie competenti in materia di accertamento dell’invalidità civile e allegare il relativo documento. L’anzianità contributiva richiesta è di 30 anni: se il lavoratore autonomo soddisfa tutti questi requisiti, può accedere alla prestazione.
Cause di esclusione
L’APe Social non è compatibile con altri sussidi, fra i quali l’indennizzo per la chiusura dell’attività commerciale (IndCom) previsto dalla legge 207/1996. Quindi, anche i lavoratori autonomi ammessi al beneficio, in base alle regole sopra esposte, devono rispettare quest’ultimo requisito.
E’ invece compatibile con un’attività da lavoro autonomo fino a 4mila 800 euro lordi annui: quindi, anche un ex lavoratore dipendente che abbia i requisiti per accedere all’APe Social può intraprendere un’attività autonoma restando in questi paletti di reddito e percepire il sussidio.