Avrei bisogno di chiarimenti in merito al pagamento delle tasse su un immobile acquistato all’estero (unico da me posseduto). Nel mio caso – dipendente statale con dimora in Italia e reddito annuo di 25mila euro – si tratta di un appartamento nella periferia di Londra, prima messo in affitto per 750 sterline al mese e poi venduto. Tra IVFE e tasse sul reddito, il commercialista mi ha prospettato oltre 9.000 euro di tasse: è possibile?
Sugli immobili all’estero si paga l’IVIE, che si ottiene applicando un’aliquota dello 0,76% al valore dell’immobile. Nei paesi UE o e aderenti allo spazio economico europeo, il valore di riferimento su cui applicare l’aliquota è in genere il valore catastale. In Gran Bretagna (Brexit permettendo), il valore di riferimento è quello sul quale si paga la Council Tax ai Comuni.
=> Regole IVIE per immobili all’estero
Le consiglio quindi di verificare che il metodo di calcolo della tassa non sia stato errato (es.: prezzo di vendita anziché rendita catastale).
Tenga presente, però, che nel suo caso scattava anche la tassa sul canone di affitto incassato: in questo caso verifichi che non sia scattata una doppia imposizione (se affittava tramite un’agenzia, è possibile che avessero già trattenuto l’imposta).
Colgo l’occasione per ricordare che è possibile dedurre dall’IVIE l’eventuale tassa patrimoniale pagata nel paese in cui si trova l’immobile (ma non è il caso della Gran Bretagna). Un utile punto di riferimento sull’IVIE (che in pratica è l’IMU sugli immobili all’estero) è la circolare delle Entrate 28/2012.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz