Per quanto concerne i settori, il Business Angel italiano preferisce investire in settori Hi-Tech (ICT, Biotecnologie e MedTech), ma è interessato anche ai comparti più tradizionali come il Manifatturiero e i Servizi alle imprese.
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A livello di ammontare, un terzo degli operatori investe meno di 30mila euro, un terzo tra i 30 e i 10 mila euro; la restante parte si divide equamente fra le fasce 100-200mila euro, 300-500mila euro ed oltre i 500 mila euro.
Attualmente, l’IBAN racchiude 7 network territoriali a Bologna, a Brescia, in Veneto, in Liguria, in Umbria, nel Lazio ed in Campania), 2 tematici (il Club Digital-BAN, che si pone come centro di competenza sul tema della Digital Technology, e il BAN Tematico Life Science, creato da IBAN e Seven Hill Venture Partners Consortium, Consorzio italo-britannico di early stage venture capitalist che si propone di favorire la creazione e sviluppo di start-up, spinoff e imprese ad alto contenuto di innovazione nel settore, nonché di valorizzare in termini economici i risultati della ricerca attuando azioni di co-sviluppo con i proprietari della conoscenza), ed un club (l’Associazione Italian Angel for Growth il cui compito è quello di favorire la nascita e la crescita di aziende ad elevato potenziale di crescita).
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A livello europeo, l’EBAN è l’associazione che rappresenta gli interessi dei network di business angel, i fondi di Seed Capital ed altre organizzazioni coinvolte nel superare il gap nelle prime fasi di vita dell’impresa.
A livello mondiale, lo scorso anno 12 federazioni di network tra le più importanti del mondo hanno creato la World Business Angels Association (WBAA), avente l’obiettivo di stimolare lo scambio internazionale di conoscenze e pratiche sul ruolo crescente dell'”Angel Capital Financing” per le start up ad alto potenziale di crescita.