L’APe volontaria è eccessivamente costosa per chi aderisce, l’Ape sociale invece è uno strumento più interessante perché consente effettivamente di introdurre elementi di flessibilità in uscita, ma in generale la Riforma Pensioni, così come è attualmente strutturata, non rappresenta un’adeguata risposta a quello che è il problema fondamentale del sistema pensionistico italiano: il rischio che i giovani di oggi, precari e con stipendi bassi, si trasformino in una «schiera di pensionati poveri». E’ questa l’analisi contenuta nel report sullo Stato Sociale 2017 presentato dall’Università la Sapienza di Roma.
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In generale, le misure contenute nella Riforma sono considerate coerenti con le politiche economiche espansive avviate dall’ex Governo Renzi con il bonus di 80 euro ai lavoratori dipendenti, ma comunque di corto respiro. Stessa considerazione, per le politiche sul lavoro, con gli sgravi fiscali che di fatto anno avuto l’unico effetto di modificare tempi e modalità provvisorie delle assunzioni che le imprese avrebbero in gran parte comunque fatto, senza riuscire a stimolare veramente l’occupazione a tempo indeterminato (che era l’obiettivo dichiarato degli stimoli fiscali concessi in concomitanza con la Riforma del Lavoro contenuta nel Jobs Act).
Tornando alle pensioni, il problema numero uno dell’anticipo pensionistico APe consiste nell’onerosità: un pensionato che ha maturato un assegno mensile di mille euro netti al mese, con il meccanismo previsto dall’APe (ovvero, le rate ventennali per la restituzione del trattamento), chiedendo l’anticipo massimo possibile (tre anni e sette mesi), prenderebbe circa 700 euro al mese.
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Si tratta di calcoli che, necessariamente, per ora sono teorici, perché sulle condizioni reali dell’anticipo pensionistico ancora non ci sono certezze, mancando il relativo decreto attuativo. Secondo le anticipazioni del Governo, si studia comunque una soluzione che impedisca all’APe di pensare per più del 15%-20% sulla pensione, con un onere quindi più basso rispetto a quello calcolato dal rapporto.
Sono ancora attesi anche i decreti su Ape social e pensione anticipata con la quota 41, che però sono in dirittura d’arrivo (attesi a giorni). Lo schema messo a punto dal Governo prevedeva la possibilità di presentare la domanda entro il 30 giugno, mentre in seguito ai rilievo del Consiglio di Stato è stato previsto un termine più ampio, almeno fino alla fine di luglio.Ma con una retroattività che consentirà a chi ne ha i requisiti di accedere al beneficio a partire dal primo maggio 2017.