In dichiarazione dei redditi si possono applicare agevolazioni fiscali nel caso in cui vengano sostenute spese per colf e badanti, ma bisogna fare attenzione a distinguere bene fra tipologie di servizio fruito e relativo beneficio fiscale.
la detrazione IRPEF 19% riguarda esclusivamente l’assistenza personale resa da personale qualificato a disabili o affetti da patologie certificate e che non sono autosufficienti, mentre per colf e badanti si può accedere soltanto alla deduzione fiscale sui contributi versati.
Deduzione colf e badanti
Si possono dunque dedurre i contributi previdenziali e assistenziali versati per colf, baby sitter, badanti, giardinieti e autisti, per la parte a carico del datore di lavoro, fino a un massimo di 1.549,37 euro applicando il principio di cassa (rileva il momento del pagamento),
Sono deducibili anche i contributi previdenziali sostenuti per una badante assunta tramite agenzia interinale e rimborsati all’agenzia, se viene rilasciata una certificazione che attesta gli importi pagati, gli estremi anagrafici e il codice fiscale della persona che effettua il pagamento e del lavoratore (colf, badante, ecc.).
Ai fini della documentazione di pagamento, fa fede l’intestazione del MAV prestampato dall’INPS con tutte le informazioni necessarie.
Bisogna compilare il rigo E23 del 730 oppure il rigo RP23 del Modello Redditi (in entrambi i casi, la dicitura è “Contributi per gli addetti ai servizi domestici e familiari“).
Detrazione assistenza ai non autosufficienti
Le spese per l’assistenza di persone non autosufficienti danno invece diritto alla detrazione al 19%. La condizione di non autosufficienza deve essere attestata da certificazione medica, quindi è legata all’esistenza di una patologia: non può riguardare colf e baby sitter ma può coprire la spese per i badanti.
Le istruzioni del 730 chiariscono che si considera non autosufficiente una persone che non è in grado autonomamente di assumere alimenti, espletare le funzioni fisiologiche, provvedere all’igiene personale, deambulare, indossare gli indumenti.
Importante: è possibile applicare la detrazione anche se la persona non autosufficiente è un familiare non a carico.
Ci sono poi una serie di paletti da rispettare: il reddito massimo è di 40mila euro annui (compresi eventuali redditi da fabbricati affittati con cedolare secca), la detrazione massima è pari a 2.100 euro per contribuente (a prescindere dal numero di persone a cui si riferisce l’assistenza).
Quindi, se lo stesso contribuente ha sostenuto spese per l’assistenza personale di se stesso e di un familiare, la detrazione massima resta sempre pari a 2.100 euro. Se più contribuenti hanno sostenuto spese per uno stesso familiare, il tetto di 2.100 euro va ripartito.
E’ necessario conservare la documentazione delle spese sostenute (anche una semplice ricevuta), che deve contenere estremi anagrafici, codice fiscale di chi sostiene le spese, della persone che effettua l’assistenza, ed eventualmente del familiare non autosufficiente.
Le spese si indicano nei righi da E8 a E10 del 730, e nei righi da RP 8 a RP 13 del modello Redditi. In entrambi i casi, si utilizza il codice 15.
NB: nei casi in cui i lavoratori sono pagati tramite Libretto di Famiglia, su ogni buono da 10 euro la deduzione è pari a 1,65 euro (contribuzione IVS in Gestione separata INPS).