Si torna a parlare di proroga Opzione Donna, estendendo questa possibilità di pensione anticipata alle lavoratrici nate dopo il 1958: ci sono quattro interrogazioni parlamentari all’ordine del giorno della seduta del 4 maggio in commissione al Senato che chiedono al Governo un intervento in questo senso. Proposte tutte rivolte all’allungamento dei termini della sperimentazione fino al 2018, per consentire l’accesso alle lavoratrici nate dopo il 1957 (se autonome) o dopo il 1958 (se dipendenti). Vediamo nel dettaglio.
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L’Opzione Donna consente di andare in pensione di anzianità alle lavoratrici che abbiano compiuto i 57 o 58 anni di età, rispettivamente se autonome o dipendenti, e 35 anni di contributi, entro il 31 dicembre 2015. La pensione viene calcolata interamente con metodo contributivo, determinando quindi una decurtazione (che può arrivare anche al 20%). E’ stata introdotta dalla legge 243/2004, e poi via via prorogata, allargando la platea.
L’ultima novità è prevista dalla Riforma Pensioni inserita in Legge di Stabilità 2017, che ha consentito l’accesso anche alle lavoratrici nate nell’ultimo trimestre dell’anno, prima escluse per via degli incrementi alle speranze di vita. Le lavoratrici che hanno i requisiti di età e di contribuzione, che come detto devono essere maturati entro il 2015, possono presentare domanda in qualsiasi momento (tecnicamente, si dice che il diritto è cristallizzato, quindi sempre esercitabili), ma in realtà ci sono dei paletti rappresentati dalle risorse. Fra l’altro, non si possono automaticamente finanziare eventuali proroghe con le risorse non utilizzate negli anni precedenti.
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Le interrogazioni parlamentari provengono da maggioranza e opposizione. In particolare, chiedono di estendere l’Opzione Donna al 2018. Significherebbe consentire l’accesso alla pensione di anzianità alle lavoratrici nate entro il 1960 (se autonome) oppure entro il 1961 (se dipendenti), sempre con la maturazione dei 35 anni di contributi. Vengono anche richieste azioni di monitoraggio per conoscere con precisione i dati relativi alle adesioni di questi anni, all’effettivo costo della misura, e alle risorse ancora disponibili. S
i tratta di una possibilità di pensione anticipata che nel corso del tempo è conveniente anche per le casse degli istituti di previdenza, perché abbassa il livello delle pensioni di lavoratrici che, se aspettassero i normali termini per il trattamento d vecchiaia o anticipato, prenderebbero assegni più alti.
Fonte: Senato