Facebook soggetto a regole Privacy

di Noemi Ricci

Pubblicato 21 Aprile 2017
Aggiornato 19 Gennaio 2018 12:48

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Anche la pubblicazione di post su Facebook è soggetta alle regole di privacy: il provvedimento del Garante con le linee guida.

Il Garante Privacy, con Provvedimento 23 febbraio 2017 – iscritto nel Registro dei provvedimenti n. 75 – definisce le regole per pubblicare su Facebook senza violare la privacy. Quando si pubblica un post su Facebook, infatti, così come qualsiasi informazione su Internet occorre rispettare le norme sulla protezione dei dati personali, ancor più in vista della progressiva applicazione del Regolamento Europeo (GDPR) e della futura Direttiva ePrivacy.

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La cosa da ricordare è che la pubblicazione di un post sul proprio profilo è a tutti gli effetti una pubblicazione non personale, ovvero non deve considerarsi “chiusa” e visibile solo dal titolare o dalle persone autorizzate a vederlo. E’ sufficiente una condivisione, una distribuzione e così chiunque può vedere quelle informazioni.

In questo senso, ha fatto scuola la vicenda di una madre che ha pubblicato sul suo profilo Facebook informazioni sensibili riguardanti la figlia, ossia due sentenze di cessazione degli effetti civili del matrimonio.

L’attività istruttoria condotta dall’Autorità ha evidenziato alcune criticità, tra cui quella la possibilità di identificare la minore nella cerchia di persone che condividono le informazioni rese disponibili dalla madre sul proprio profilo. Altra problematica consisteva nella omissione oscuramento soltanto parziale di dettagli personali e sensibili, ad esempio riconducibili ai disagi vissuti in ambito familiare.

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Per questi motivi il Garante ha ribadito che il profilo Facebook non è un luogo chiuso, riservato a pochi “amici”, ma un luogo “aperto”, condivisibile e quindi visibile ad altri utenti, potenzialmente a tutti.

Nella fattispecie, i dati potevano essere riconducibili alle prescrizioni dell’articolo 734-bis c.p., “generalità o dell’immagine di persona offesa da atti di violenza sessuale” e pertanto di vietata divulgazione. In questo caso alla madre è stato richiesto di rimuovere dal proprio profilo Facebook le suddette sentenze., ma il monito vale per tutti.

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