Si allungano i tempi del disegno di legge per ampliare la platea dei lavoratori che possono andare in pensione anticipata a 64 anni: il testo è fermo in commissione Lavoro alla Camera in attesa dei dati di INPS e Governo sulle pensioni liquidate e sulle risorse disponibili. La legge attuale prevede la possibilità di pensione anticipata per i dipendenti privati che hanno raggiunto la quota 96 entro il 31 dicembre 2012: 60 anni di età e 36 di contributi, oppure 61 anni e 35 di contributi (per le donne, 60 + 20).
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Il ddl Gnecchi (prima firmataria) propone di estendere il beneficio a a nuove categorie di lavoratori in deroga ai requisiti di età pensionabile previsti dalla Riforma (articolo 24, comma 15-bis, dl 201/2011). Per raggiungere prima il requisito, si propone di conteggiare anche i contributi figurativi e da riscatto per coloro che non lavoravano più come dipendenti al 28 dicembre 2011, nonché di estendere il prepensionamento a 64 anni anche alle lavoratrici quindicenni (15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992), eliminando infine il requisito sull’aspettativa di vita.
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La commissione parlamentare ha chiesto a INPS e Governo di fornire i dati di coloro che hanno già utilizzato questa possibilità di pensione anticipata e sulle risorse ancora disponibili, per capire quali margini ci sono per allargare la platea.
C’è infine un problema interpretativo da risolvere, per cui l’INPS non ammette, ai fini del pensionamento a 64 anni, i contributi di maternità versati al di fuori del rapporto di lavoro e quelli da riscatto del servizio militare.